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Dall’estraniazione all’azione. Spunti di riflessione per Ross@

“Essere o non essere, questo è il problema: se sia più nobile d’animo sopportare gli oltraggi, i sassi e i dardi dell’iniqua fortuna, o prender l’armi contro un mare di triboli e combattendo disperderli”.

L’analisi delle forme di lotta da adottare oggi, a fronte del carattere sempre più predatorio del capitale, non può, a mio avviso, prescindere da una riflessione sulla condizione di sradicamento e di parcellizzazione che sottende le molteplici forme di lotta e di antagonismo: un’atomizzazione del tutto speculare alla più generale condizione di solitudine-isolamento dell’uomo contemporaneo.

L’esito è da un lato il manifestarsi di un arcipelago di movimenti dal carattere entropico, intrappolato e impastoiato nei nuovi paradigmi e nei suoi riti connessi, dall’altro una solitudine che si aggrava in modo esponenziale, producendo drammatiche fenditure. Quando il modello della crescita e la redistribuzione sono dissonanti, la reazione ideologica, culturale e politica, mira infatti a ridurre, fino a nullificare, il peso dei ceti sociali più deboli, che diventano materiale di scarto. Si creano nuove esclusioni, nuovi isolamenti e nuovi sradicamenti in cui l’underclass è posta sempre più al di fuori della tutela della legge, de-privata di qualsiasi diritto di cittadinanza e, a volte, anche di personalità giuridica.

Si producono, in questo contesto, architetture sociali da stati-nazione settecenteschi, in cui gli “out” cessano di essere persone in quanto unità di doveri e diritti e diventano stranieri, privi di garanzie giuridiche, fino a diventare non-persone. L’umanità è così divisa in parti discrete, estraniata, parcellizzata, isolata: una spazializzazione utile al controllo sociale, alla contabilizzazione, all’azione del “ coordinare e stabilizzare”, del“condurre le condotte degli altri”. In questo senso la dialettica dell’inclusione/esclusione favorisce l’allargamento di quel succitato materiale di scarto, l’inumano, che ingrassa l’ ”iper-umano” e rafforza privilegi.
Che fare?
Il compito di Ross@ dovrebbe essere quello di partire proprio dall’ analisi dei dispositivi di potere che producono crepacci e asimmetrie, che favoriscono la perdita del senso di radicamento e dunque, conseguentemente, lo smarrimento delle originarie matrici valoriali (le logiche economiciste hanno avuto una forza d’urto tale da imporsi anche sulle appartenenze di valore). Decostruire, demistificare, rendere intelligibili tali dispositivi rappresenta dunque la premessa per la costruzione di un nuovo soggetto politico. Un’identità nuova, dunque che non significa certo azzeramento delle differenze, ma valorizzazione del dinamismo e della creatività , capacità di trasformazione del carattere entropico dei movimenti in capacità di azione e reazione, in cui la struttura democratica e non verticistica sia non solo forma ma anche sostanza: é questa la nostra sfida.

* Ross@ Verona

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