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Il Sindacato è un’altra cosa. In piazza il 28 a Roma e l’11 a Torino

L’assemblea nazionale delle delegate e dei delegati dell’area Il sindacato è un’altra cosa giudica grave il comunicato della segreteria nazionale Cgil che ha salutato l’affermazione di Renzi nelle elezioni europee. Si pretende di cancellare quel pluralismo politico che è sempre stato fondamento della nostra organizzazione per consegnare così ogni iscritto e militante Cgil al partito democratico ed alla corte di un Renzi che a passi spediti sta attuando la sua restaurazione.  Ciò dimostra una volta di più la straordinaria attualità della nostra battaglia per l’indipendenza del sindacato dalla politica. (…)

 Senza una rottura netta con il governo e con il sistema di potere dei partiti non è possibile fermare l’aggressione al mondo del lavoro  e contrastare davvero coloro che intendono liquidare il nostro modello sociale.   Un’indipendenza necessaria in italia e in Europa. Il voto delle elezioni europee è infatti la fotografia di un continente devastato dalle feroci politiche dell’Unione Europea e dall’assenza delle grandi centrali sindacali a difesa delle condizioni di vita e di lavoro per milioni di europei. La conseguenza più pesante  è il riemergere di vecchi e nuovi fascismi, della xenofobia e del nazionalismo. Laddove invece il contrasto alle politiche d’austerità ha trovato la strada della mobilitazione sociale, le forze della sinistra resistono e avanzano.Vogliamo che anche nel nostro paese nasca un’ampia mobilitazione sociale contro le politiche d’austerità. Siamo nel cartello di forze politiche e sociali che ha lanciato il controsemestre popolare durante la presidenza italiana della UE.  Il prossimo 28 giugno parteciperemo alla manifestazione nazionale che attraverserà Roma il prossimo 28 giugno e   l’11 luglio, a Torino, saremo in piazza contro il vertice dei primi ministri della UE sull’occupazione giovanile.   La rottura della UE è condizione indispensabile per ridare centralità ai bisogni e riconquistare quel modello sociale europeo oggi largamente fatto a pezzi dalle politiche della stessa.

Il tentativo nel congresso Cgil di normalizzare definitivamente i gruppi dirigenti e cancellare il pluralismo interno è fallito. Susanna Camusso è entrata al congresso con il 97,5% di voti e ne è uscita con il 69% a testimonianza della dimensione della crisi della Cgil e della precarietà degli equilibri interni. Siamo riusciti a conquistare una rappresentanza nel direttivo nazionale e nelle commissioni nazionali. La nostra battaglia per il diritto al pluralismo d’organizzazione e per la democrazia non si ferma qui. Sono tuttora irrisolte le questioni che riguardano la nostra esclusione da diversi direttivi: FILT nazionale, FILCAMS nazionale, CGIL Calabria, CGIL Firenze, FILCTEM Brianza ecc. Così come continuiamo a denunciare il tema dell’irregolarità del congresso e del voto gonfiato artificialmente, senza escludere il ricorso alla magistratura ordinaria.

La Cgil conclude il suo congresso con una linea completamente sbagliata  per la condizione di chi vuole rappresentare. Siamo davanti ad un nuovo attacco di Confindustria su contratto nazionale,articolo 18 e contratto a tempo indeterminato . Incassate tutte le controriforme dei diversi governi, ultima quella sulla liberalizzazione dei contratti a termine, il padronato vuole tutto.

Cgil Cisl Uil fingono di non vedere e si apprestano a varare una piattaforma unitaria su pensioni fisco ecc. Una piattaforma che non risponde ai bisogni di chi lavora e che ha come scopo principale ottenere una nuova legittimazione del governo e confutare cosi l’inutilità del sindacato denunciata da Renzi. Un’iniziativa destinata a fallimento certo che contrasteremo.

Noi non rispetteremo l’esito del congresso, rivendichiamo il diritto a organizzare e a praticare il contrasto alle scelte che non condividiamo, dentro e fuori dalla Cgil.

Vogliamo riprendere l’iniziativa per l’abrogazione della legge Fornero sulle pensioni insieme al movimento delle rsu autoconvocate.

 Assumiamo come centrale la battaglia per rendere inapplicato l’accordo del 10 gennaio ’14,  per farlo saltare. Siamo impegnati nella campagna 1 contro il 10 a favore della causa legale che abbiamo depositato e sulla quale ogni collettivo territoriale è tenuto a organizzare un’iniziativa a sostegno.   Contrasteremo con ogni mezzo l’esclusione, dalle elezioni Rsu, di liste di organizzazioni che non sottoscrivono l’accordo. Consideriamo sin d’ora illegittima, e ci comporteremo di conseguenza, una rappresentanza sindacale costituita in spregio al diritto democratico dei lavoratori di scegliere liberamente il proprio sindacato. Così come individualmente rifiuteremo di sottoscrivere le clasuole sull’esigibilità  previste dall’accordo.

Siamo un’area di opposizione interna alla Cgil che  ha il baricentro della propria iniziativa nella ri-costruzione del conflitto sociale, di un nuovo ciclo di lotte senza il quale nulla può cambiare. Proponiamo a tutte le forze politiche e sociali che insieme a noi sostengono il controsemestre e che manifesteranno a Roma e a Torino, di costituire comitati cittadini per riportare anche nel territorio l’iniziativa.

L’assemblea nazionale del sindacato è un’altra cosa considera urgente definire un proprio progetto organizzativo, che affronti il tema dell’ insediamento, della comunicazione e del rapporto con i luoghi di lavoro e i militanti. Cosi come è necessario costruire strumenti che diano risposte alle tante domande di delegati e delegate, o semplici lavoratori, che non riescono ad avere dal sindacato.

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