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Ross@, il corteo del 28 giugno, l’opposizione politica e sociale

La prima manifestazione del “controsemestre europeo” svoltasi sabato scorso a Roma ha rappresentato un significativo momento di passaggio nell’itinerario di costruzione dell’opposizione sociale e politica in Italia: itinerario che è necessario precisare al meglio, ma anche accelerare.

Intendiamoci, la questione non è quella del numero dei partecipanti: un fatto pur importante che ha consentito, nella fattispecie, di stabilire come esista una base sociale concretamente disponibile a sostenere, in tutto il Paese, un confronto difficile e complesso.

Ciò stabilito e considerato che tutti i temi portati all’interno della manifestazione hanno bisogno di affinamento e approfondimento si può, in tranquillità, fissare alcuni punti fermi:

1)      Il primo riguarda la necessità di far partire subito il “Controsemestre” sull’intero territorio nazionale attraverso iniziative specifiche, la formazione di comitati “ad hoc”, la realizzazione di una presenza costante, quotidiana, di stimolo, riflessione, aggregazione.  Il “Controsemestre” non dovrà vivere soltanto di manifestazioni convocate di quando in quando in riferimento semplicemente a scadenze specifiche. E nemmeno dovrà essere individuato un limite nel “Semestre”. Tutti i “Semestri” vanno combattuti all’insegna dello slogan riassuntivo: Rompere l’Unione Europea;

2)      La manifestazione del 28 Giugno ha permesso di individuare il campo sociale e politico al riguardo del quale lavorare per costruire l’opposizione sociale e politica in Italia. L’opposizione rappresenta il punto di saldatura tra le diverse visioni, sfumature, riflessioni che attraversano l’area anticapitalista in Italia: accanto all’idea della rottura dell’Unione Europea, infatti, va collocata l’idea della lotta contro il regime autoritario sviluppato in tempi molto rapidi dal governo Renzi. Un’opposizione, quindi, che pone tre temi: l’internazionalismo, la lotta di classe, la democrazia;

3)      Beninteso il campo è stato “individuato” e non “delimitato”: nessuna velleità di arroccata autosufficienza o di vocazione minoritaria. Nella nostra azione dovrà esserci tutta intera la consapevolezza di uno spazio ampio, sia dal punto di vista dei riferimenti sociali, sia da quello della potenzialità della militanza politica che lo stato di cose in atto ci indica come possibile;

4)      Sul piano più propriamente politico è indispensabile, però, fissare un punto del tutto fondamentale circa l’effettiva appartenenza, senza ambiguità, al campo dell’opposizione: ed è quello del rapporto con il “Partito Unico della Nazione” (non soltanto il PD: attenzione). Il banco di prova di questo discorso sarà quello relativo alle elezioni regionali. Non si potrà far parte del campo dell’opposizione se si realizzeranno accordi di potere a ogni livello. L’opposizione dovrà essere sviluppata a tutti i livelli, al centro come in periferia, e non potrà risultare credibile sfilare nei cortei e, contemporaneamente, farsi inserire nei listini “blindati” o sedere nelle giunte. Il centrosinistra non esiste più (se mai è esistito) e di questo dato va preso atto fino in fondo;

5)      Questo quadro richiede l’organizzazione di una soggettività politica capace di svolgere non soltanto una funzione di aggregazione e acculturazione collettiva oltre che di organizzazione della struttura, puntando a svolgere un ruolo egemonico rispetto all’intera area politica dell’opposizione, misurandosi con i temi della crescita della militanza, della costruzione di adeguati gruppi dirigenti. Ross@ dovrà  misurarsi a tutto tondo con questo quadro, complicato e difficile da affrontare. L’opposizione va portata avanti, costruita, alimentata: si tratta di un elemento vitale per la prospettiva dei ceti popolari e per la democrazia. Con tutto questo intendiamo misurarci come Ross@ e non certo per meno.

* Ross@ Savona

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