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Gaza. Dietro la disinformazione imperiale

Sono le 4 passate e non si riesce a dormire. I morti sono saliti a 200 ed oltre 1500 i feriti. Continuano i raid aerei e gli attacchi dal mare. Dopo una chiacchierata con Gaza sento di fare una precisazione. Qui molti, persino dentro il movimento di solidarietà, si chiedono “perché Hamas non ha accettato la tregua” o “perché Hamas continua a lanciare razzi contro la volontà della popolazione”. Questa è una menzogna. Sinceramente sono stanca di questa mistificazione della realtà. Innanzitutto, Hamas non è un’entità distaccata dalla popolazione, non è un’entità al di sopra della popolazione. Hamas sono persone, sono fratelli, cugini, vicini di casa, sono lavoratori, impiegati, professori, studenti, sono parte della popolazione palestinese.
A Gaza ci sono diversi partiti politici ed Hamas è uno di essi ed il più grande. Ora, basta essere un membro di Hamas, un parente, uno figlio o fratello di un membro per essere ucciso o avere la casa demolita. Al di là delle differenti opinioni politiche, quando si parla di Hamas bisogna pensare che si parla innanzitutto di famiglie, di una parte della società palestinese, e lo dico io da simpatizzante del Fronte. Per questo Israele sta uccidendo deliberatamente centinaia di civili. Questo i palestinesi, tutti, non lo possono accettare. Ed ogni cosa in Gaza, essendo stata governata da Hamas, può essere affiliata al movimento islamico. Ed allora diventano obiettivi dell’aviazione israeliana anche moschee, scuole, ospedali, banche, abitazioni.
Intere famiglie di Hamas sono state massacrate, di cui una, la famiglia Batsh, di 18 membri. Bambini sono rimasti orfani. Non è forse da considerarsi un crimine questo?
I media ci hanno inculcato nella testa l’idea che Hamas sia un’organizzazione terroristica e per questo bisogna distruggere Hamas per avere la pace in Palestina. Ricordo che Hamas fu democraticamente eletto nel 2006 e da allora Israele ha applicato l’assedio sulla Striscia di Gaza come punizione collettiva per la popolazione palestinese. In gabbia per aver espresso il proprio voto. In gabbia nel silenzio da otto anni.
Hamas non è l’unico partito che ha l’ala militare, anche il FPLP, il FDLP. il Jihad islamico, Fatah, ed altri gruppi hanno la resistenza armata. Allora, anche se noi occidentali speriamo fortemente nella pace e nella soluzione del “conflitto”, ed anche se crediamo che i razzi lanciati non facciano che peggiorare la situazione, dobbiamo capire bene quali sono le esigenze della popolazione palestinese.
Il cessate il fuoco mediato oggi dall’Egitto era una trappola. Infatti, non solo inizialmente i palestinesi non erano stati informati di questa iniziativa egiziana, ma l’accordo prevedeva soltanto la fine delle “ostilità”, mettendo le due parti sullo stesso piano e senza nessun raggiungimento di nessun diritto per il popolo palestinese. L’Egitto ha giocato un ruolo sporco in questa situazione, in quanto concedere diritti ai palestinesi significa per gli egiziani dar potere ai fratelli musulmani.
Se Hamas decidesse di accettare il cessate il fuoco con un ritorno alla situazione precedente, senza quindi ottenere nulla dopo questa offensiva, probabilmente sarebbe fortemente criticato dalla popolazione, che considererebbe vano tutto il sangue palestinese versato. Ci si potrebbe chiedere il perché si è entrati in una guerra se non si sono ottenuti risultati. Infatti, per i palestinesi, il sangue dei martiri deve poter essere un ponte per l’ottenimento della giustizia e dei propri diritti. Un cessate il fuoco come quello proposto sarebbe considerato una soluzione ingiusta in quanto non porterebbe a nessun miglioramento della condizione dei palestinesi di Gaza. Nessun miglioramento che merita il sangue caduto sul terreno durante l’offensiva. I palestinesi vogliono la pace, vogliono il cessate il fuoco, ma vogliono anche la giustizia, fine dell’assedio e apertura dei confini.
Tento di farmi portavoce di questi bisogni che vengono sotterrati dalla comunicazione fuorviante dei nostri media e di darvi una visione reale non solo legata alla tragedia umanitaria.

da Facebook

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