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Al fianco della Resistenza palestinese contro ogni equidistanza tra aggrediti e aggressori

In queste ore, nelle quali lo stato sionista d’Israele intensifica la sua criminale “punizione collettiva” contro il popolo palestinese, siamo costretti a prendere posizione contro chi, anche a Pisa, promuove iniziative che alimentano confusione e disorientamento tra chi è solidale con i palestinesi. Leggiamo, infatti, di mozioni presentate in Consiglio comunale e d’iniziative che partono con le vergognose posizioni di equidistanza tra oppressi e oppressori, “Per il diritto del popolo israeliano e palestinese alla sicurezza”, unite all’ipocrita slogan dei “ due Stati per due popoli”.

Se il massacro di questi giorni non è sufficiente a evidenziare l’incommensurabile sproporzione di forze tra la debolissima resistenza palestinese e la potenza di fuoco dell’esercito israeliano.

Se la condizione della Palestina, ridotta oramai a una miriade di fazzoletti di terra divisi da un muro infinito di cemento e odio non basta a rendere evidente l’impossibile soluzione dei due Stati.

Significa che chi promuove questo tipo d’iniziative non è spinto dalla solidarietà con la Palestina, ma da ben altre motivazioni, di carattere politico o di relazioni con governi e istituzioni che si succedono a Roma o nei vari consigli regionali e  comunali.

In un paese dove è nata quella mostruosità definita “Sinistra per Israele”, capeggiata da leader del PD come Piero Fassino, dove il Presidente della Repubblica Napolitano si è espresso a favore di Israele come Stato confessionale guidato da un’ideologia razzista come il sionismo, le forze politiche che ruotano intorno al nuovo partito – regime oggi guidato da Renzi hanno l’esigenza di assumere posizioni dialogiche verso l’alleato strategico del PD nell’area mediorientale: Israele.  Non a caso Niki Vendola, leader barcollante di SEL, da anni solidarizza con lo Stato sionista, nelle parole e nei fatti, rimuovendo dalle sue “narrazioni” la causa del popolo palestinese. Oggi, per rifarsi un’impossibile “verginità”, i suoi epigoni tentano di affiancarsi alla solidarietà con la popolazione di Gaza.

Che dire poi di tante ONG e organizzazioni “paci – finte” che assumono identiche parole d’ordine, e nello stesso tempo vivono delle prebende dei Ministeri degli Esteri o di Istituzioni locali, per foraggiare le loro consistenti macchine organizzative, funzionali alla legittimazione dell’esistente e alla stabilizzazione post bellica dei vari paesi devastati dalle aggressioni della NATO o di Israele?

All’origine del permanere di queste vergognose posizioni di falsa equidistanza riteniamo ci siano queste motivazioni politico/istituzionali, che nuocciono profondamente ai palestinesi e alla loro causa storica. Lottare per la pace in Palestina e Medio Oriente significa battersi contro le mire imperialiste occidentali e per la costruzione un unico Stato dove convivano – come prima dell’occupazione del 1948 da parte dei coloni sionisti – uomini e donne di ogni religione, credo, opinione e origine: Lo Stato di Palestina

Mai come ora ogni equidistanza tra aggressori e aggrediti si configura come un’aperta complicità con gli aggressori e i loro sponsor occidentali.

Con quest’attitudine politica e militante la Rete dei Comunisti parteciperà alle mobilitazioni al fianco della legittima resistenza palestinese, contro Israele e l’ideologia razzista che ne è all’origine: il sionismo.

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