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Il 19 scopriremo se la UEFA ha davvero un’anima antirazzista

Il 19 settembre il Comitato Esecutivo della UEFA, a Ginevra, sceglierà a scrutinio segreto le 13 città europee in cui si giocherà il campionato EURO 2020.

Dopo il successo costituito dall’aver ottenuto di ospitare gli UEFA under 21 del 2013, Israele prova a replicare e si lancia per ospitare a Gerusalemme il torneo del 2020.

Numerose organizzazioni della società civile palestinese hanno indirizzato al presidente Platini ed al Comitato Esecutivo un appello in cui chiedono di escludere questa eventualità e ricordano l’ulteriore recente massacro israeliano a Gaza, terminati appena da un mese. ‘L’offerta dall’IFA (ndr: Israeli Football Association) arriva in un momento in cui numerosi esperti, tra cui quelli delle Nazioni Unite sui diritti umani nei Territori Palestinesi Occupati, hanno concluso che Israele, con le sue pratiche di annessione e di trasferimento di popolazione a Gerusalemme Est occupata e altrove, è responsabile di apartheid, colonialismo e pulizia etnica. Secondo la Convenzione Internazionale contro l’Apartheid nello Sport del 1985 “i contatti in campo sportivo con qualsiasi paese che pratica l’apartheid anche in settori sportivi condona e rafforza tale pratiche di apartheid.” ‘ (1)

Sarà la decisione di venerdì 19 settembre il banco di prova dell’indignazione manifestata da Platini verso l’espressione razzista ed idiota di Tavecchio sul nuovo titolare della Lazio Optì Pobà. La credibilità del suo atto di dolore per i fallimenti del mondo del calcio nel tentare di contrastare il razzismo al proprio interno e sugli spalti, pronunciato alla quarta conferenza sul tema, “Respect Diversity” tenutasi il 10 settembre all’hotel Parco dei Principi a Roma sarà vagliata alla luce della prossima decisione.

L’eventuale sciagurata scelta di favorire ancora una volta Israele sarebbe ancora più grave della precedente. Non solo per i tanti morti e l’enorme distruzione ancora fumante, il permanere delle numerose condizioni e pratiche d’illegalità e violazione dei diritti, non solo perché queste sono anche un’offesa allo spirito di competizione sportiva, per le enormi disparità che essa crea, ma anche perché Gerusalemme è da anni oggetto di specifiche politiche di pulizia etnica. Occupata anche la parte Est nel 1967, le autorità israeliane hanno lavorato per modificarne la composizione etnica, attraverso diversi sistemi per l’espulsione degli abitanti originari (espropri, sgomberi forzati, revoca dei permessi di soggiorno) ed il cambiamento dei confini. Secondo le mire israeliane i Palestinesi a Gerusalemme Est non dovrebbero andare oltre il 30% degli abitanti. E’ questo il quadro nel quale è maturato l’omicidio del diciassettenne Mohammed Abu al-Khdeir all’alba dello scorso 2 luglio, quando i coloni erano stati eccitati ad arte dalla campagna voluta dal primo ministro Netanyahu “Riportiamo a casa i nostri ragazzi”, dopo la scomparsa (ancora poco chiara) di tre giovani coloni nell’area di Al Khalil (Hebron), il cui ritrovamento era stato volontariamente tenuto nascosto.

La campagna di boicottaggio sportivo, del movimento di Boicottaggio Disinvestimenti e Sanzioni, Cartellino Rosso a Israele ha inviato lettere ai vertici delle Federazioni nazionali, in Italia alla FIGC, davanti alla cui sede romana il 15 scorso si è tenuto un presidio, in appoggio alla richiesta palestinese: Gerusalemme sia esclusa dalle sedi del torneo 2020 UEFA. La lettera a Platini è online, perché sia firmata (2)

 

  1. http://www.infoaut.org/index.php/blog/varie/item/12706-appello-contro-lofferta-di-israele-a-ospitare-il-torneo-uefa-2020

  2.  

    http://www.bdsmovement.net/redcardisrael

 

 

 

 

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