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Carovana Antifascista: questo è solo l’inizio…

Diversi compagni giunti da diverse parti d’Europa si sono uniti alla Carovana Antifascista verso la Novorossjia.
La maggior parte di noi si incontra per la prima volta in questi giorni per questa iniziativa di solidarietà lanciata dai compagni della Banda Bassotti.
Siamo coscienti di essere forse solo un granello di sabbia nell’ingranaggio di un’Europa dove soffiano impetuosi i venti di guerra e di un’Unione che non disdegna di usare i neo-nazisti come punta di lancia per espandere la sua egemonia verso est.
Ma pensiamo che sia solo l’inizio e noi incominciamo col fare la nostra parte. Sperando che ciò che facciamo più che catalizzare l’attenzione su di noi, la indirizzi verso ciò che succede oltre i Carpazi.
Le parziali difficoltà linguistiche e la mancata conoscenza reciproca tra di noi sono facilmente superate dallo spirito che anima la nostra presenza qui, dove ogni angolo della città comunica la volontà di non dimenticare il prezzo pagato per sconfiggere il nazi-fascismo.
Oggi come allora, c’è chi armi in pugno sta combattendo la peste bruna sostenuta ora in forme differenti da Usa e UE: sono i partigiani del Donbass.
Per parafrasare un poeta comunista tedesco, il grembo che ha partorito quel mostro è ancora fecondo e lo sarà finché il capitalismo rimarrà in vita.
Sta a noi contribuire a seppellirlo, e per questo cominciando a comprendere pienamente la posta in gioco della ”partita”che si è aperta in Ucraina.
Il settembre moscovita assomiglia più al nostro inverno.
Sui pali per strada, come nei vari sottopassaggi della metro del centro cittadino appaiono ovunque adesivi per una manifestazione che si terrà il 27 settembre nella capitale russa, così come in altre città, in sostegno alla resistenza del Donbass, organizzata dalla coalizione antifascista anti-Maidan.
In differenti punti della città, nei gazebo fuori dalla metro, si raccolgono beni di prima necessità da portare alle popolazioni colpite dalla furia dell’esercito ucraino e delle formazioni militari neo-naziste.
É molto frequente incontrare per strada persone che portano ben in vista il nastro di S.Giorgio, sulla borsetta o sullo specchietto retrovisore piuttosto che in altri punti, tutti segni di una attenzione e di una solidarietà piuttosto diffusa.
Molte t-shirt in vendita ironizzano sull’accresciuta aggressività statunitense mostrando “l’orso russo” paziente ma preparato a controbattere le pressioni americane.
Sui media russi la situazione delle Repubbliche Popolari del Donbass ha una parte rilevante, diremmo centrale e “apre” regolarmente i telegiornali.
Dalle prime conversazioni con alcuni giornalisti e attivisti tornati di recente dal Donbass, siamo stati informati delle atrocità che i nazisti dei battaglioni Azov e Aidar (quest’ultimo interamente composto da nazisti europei) hanno compiuto nelle area abbandonate durante la ritirata nei giorni scorsi. Mentre ancora si combatte per la conquista della città di importanza strategica di Mariupol, le violenze inumane perpetrate nei confronti della popolazione civile e dei resistenti segnano un definitivo punto di non ritorno nella lotta di resistenza delle terre del Donbass, che oramai non può che assumere la parola d’ordine, o indipendenza o morte.
Questo è ciò che abbiamo potuto constatare in questi giorni a Mosca.
Una buona premessa per chi si appresta ad affrontare una esperienza come la nostra, dove la vigilanza è alta sin dal primo giorno a causa delle possibili provocazioni fasciste di cui già il concerto moscovita avrebbe potuto essere teatro, nonostante l’impeccabile apparato di sicurezza garantito dai compagni antifascisti moscoviti.
Durante il concerto la bandiera delle Repubbliche Popolari “campeggia” sul muro.
Partiamo con poche certezze per Donetsk russa insieme ad un convoglio umanitario, ma sappiamo da che parte stare e questo per ora ci basta.

Carovana Antifascista, Mosca 25/9/2014

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