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Chi affossa la repubblica? Giorgio Napolitano!

Giorgio Napolitano non svolge più le funzione di Presidente della Repubblica, ma di capo delle classi dominanti italiane, sempre più in crisi di legittimità dopo la scoperta di Mafia capitale, in cui è coinvolto l’intero mondo della politica ufficiale, dei partiti e di settori rilevanti della cosiddetta società civile – come la cooperazione. Mafia capitale ha fatto venire alla luce l’intreccio tra poteri economici, affaristi (legati e protetti dai partiti), burocrazia della Pubblica amministrazione e criminalità.
Per Giorgio Napolitano non sono la corruzione e la collusione dei pubblici poteri con il potere economico, e spesso con la criminalità, il fatto più drammatico della vita pubblica italiana, ma il populismo, e insieme al populismo tutti coloro – i giornalisti innanzitutto – che vanno denunciando il malaffare.
Vogliamo ricordare a Giorgio Napolitano solo qualche episodio: i rimborsi-spese dei consiglieri regionali, l’Expo di Milano, il Mose, i disastri ambientali dovuti alla ‘malamministrazione’, Penati, Errani, le leggi ad personam di Berlusconi firmate dal Presidente della Repubblica, le speculazioni del G8 alla Maddalena, dei grandi eventi di Bertolaso, del terremoto dell’Aquila ecc. ecc.
Questo per Napolitano passa in secondo piano perché il pericolo sarebbe il populismo, che si alimenta proprio della corruzione imperante nella vita pubblica.
Giorgio Napolitano ha guidato i governi Monti e Letta così come sta teleguidando Renzi nella distruzione della Repubblica parlamentare con la revisione della seconda parte della Costituzione e con la legge elettorale maggioritaria.
Occorrerebbe un movimento di protesta contro lo stravolgimento e l’uso partigiano della Presidenza della Repubblica, che è divenuto il luogo strategico della reazione della classi dominanti, dove sono state decise tutte le misure delle politiche dell’austerità chieste dall’Unione Europea: il pareggio di bilancio in Costituzione con lo smantellamento dell’articolo 81, la firma del Fiscal Compact e dell’ESM, la copertura istituzionale per le decine di voti di fiducia per l’approvazione delle decine di decreti-leggi, la pressione per demolire il diritto del lavoro con le leggi del ministro Poletti, che non sente il dovere di dimettersi per le sue cene e le sue frequentazioni.
L’ultimo discorso di Napolitano ai Lincei è un appello ai poteri, politici, burocratici, economici a far quadrato per difendere un sistema corroso e corrotto.
E’ tempo di levare la voce, è tempo di protestare, è tempo di denunciare all’opinione pubblica il capo del sistema Italia: Giorgio Napolitano

Ross@

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