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Libera…mente dalla parte della Coop e dei padroni

Non per fare il guastafeste nella giornata di Libera a Bologna. Ma vorrei ricordare che poco più di un anno fa Libera e ARCI, insieme alla CGIL, nelle figure di Stefano Brugnara Presidente Arci Bologna, Danilo Gruppi Segretario Generale CGIL Bologna e Antonio Monachetti Presidente Libera Bologna, scrivevano “sotto dettatura” del PD, un vergognoso comunicato contro la lotta dei lavoratori della logistica, una dura vertenza che vedeva opposti facchini della Granarolo aderenti al sindacato di base SI COBAS.

Dichiarazioni che criminalizzavano la lotta, con queste affermazioni:”… l’emarginazione e la sofferenza rischiano di diventare terreno fertile per l’individualismo, la violenza e le infiltrazioni criminali.”e ancora:”Occorre che la rabbia e le legittime rivendicazioni rimangano all’interno del conflitto democratico, previsto anche dalla nostra Costituzione, senza che da esso debordino, sfociando in violenza, sopraffazione e minacce.

“L’unica violenza che si vedeva in quei giorni era quella della polizia e del solito sostituto procuratore. I facchini, per lo più migranti, venivano bastonati selvaggiamente e inquisiti da istituzioni “democratiche” che ancora una volta si rivelavano gli sgherri degli interessi forti.

Ma il comunicato andava oltre e ci raccontava il solito “mulino bianco” della nostra “democrazia”: “Non si possono tutelare i diritti dei più deboli esasperando il conflitto, trasgredendo le regole di un confronto libero e democratico”… come se fossimo in paese dove il confronto civile e democratico è all’ordine del giorno!

Una volta la sinistra esprimeva democrazia e diritti attraverso aspre lotte sociali. Forse questi personaggi, così solerti a rispondere a schiocco di dita alle richieste del sistema PD, si sono dimenticati del PCI di Di Vittorio, dei braccianti che occupavano le terre e degli operai che occupavano le fabbriche e facevano i picchetti. E la situazione odierna non è cambiata da allora. Anzi, con il governo Renzi ci sono ancora meno diritti nel lavoro (vedi il jobs act) e meno diritti democratici (vedi le “riforme” costituzionali).

Quindi, a tutti coloro che come anime belle porteranno il loro fiorellino a Libera “contro le mafie”, ricordo che il brodo di coltura delle medesime è un capitalismo selvaggio e sfruttatore. Se lo si difende da una parte, è dura poi professarsi difensori di un’astratta legalità. Quella del Mulino Bianco. Ikea, Granarolo

* Ross@ Bologna

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