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La rimozione nascosta della memoria e le polemiche sul 25 aprile a Roma

Ad Ausch­witz, uno dei monu­menti più note­voli tra quelli dedi­cati alle varie comu­nità degli inter­nati è il cosid­detto «Memo­riale Ita­liano». Un paio di anni or sono le auto­rità polac­che deci­sero di chiu­derlo al pub­blico, nel silen­zio del governo ita­liano, e dell’Aned, in teo­ria pro­prie­ta­ria dell’opera. Pochi mesi fa la sovrin­ten­denza del campo, ormai museo, ha deciso di pro­ce­dere alla rimo­zione del Memo­riale. La sua colpa? Quella di ricor­dare che nei lager non furono sol­tanto depor­tati e ster­mi­nati gli ebrei, ma gli slavi, i sinti, i rom, i comu­ni­sti insieme a social­de­mo­cra­tici e cat­to­lici, gli omo­ses­suali, i disa­bili. Quel Memo­riale opera egre­gia, alla cui idea­zione, su pro­getto dello stu­dio BBPR (Banfi Bel­gio­joso Perus­sutti Rogers, il pre­sti­gioso col­let­tivo mila­nese di cui faceva parte Ludo­vico Bel­gio­joso, già inter­nato a Buche­n­wald) col­la­bo­ra­rono Primo Levi, Nelo Risi, Pupino Samonà, Luigi Nono…, ha dei «torti» aggiun­tivi, come l’accogliere fra le sue tante deco­ra­zioni e sim­bo­lo­gie anche una falce e mar­tello, e una imma­gine di Anto­nio Gram­sci, icona di tutte le vit­time del fasci­smo.

Ora, ai gover­nanti polac­chi, desi­de­rosi di rimuo­vere il pas­sato, distur­bano quei richiami, agli ebrei il fatto che il monu­mento metta in crisi «l’esclusiva» ebraica rela­tiva ad Ausch­witz. Ed è grave che una città ita­liana, Firenze, si sia detta pronta ad acco­glierlo. Con­tro que­sta scel­le­rata ini­zia­tiva si sta ten­tando da tempo una mobi­li­ta­zione cul­tu­rale, che si spera possa avere un riscon­tro poli­tico forte e oggi su que­sto si svol­gerà nel Senato ita­liano una ini­zia­tiva di denun­cia pro­mossa da Ghe­rush 92-Committee for Human Right e dall’Accademia di Belle Arti di Brera. Spo­stare quel monu­mento dalla sua sede natu­rale, equi­vale a tra­sfor­marlo in mero oggetto deco­ra­tivo, men­tre esso deve stare dove è nato, per il sito per il quale fu pen­sato, a ricor­dare, pro­prio là, die­tro i can­celli del campo di ster­mi­nio, cosa fu il nazi­smo e il suo lucido pro­getto di annien­ta­mento, che, appunto, non con­cer­neva solo gli ebrei, col­lo­cati in fondo alla gerar­chia umana, ma anche tutti gli altri popoli, giu­di­cati essere «razze infe­riori» come gli slavi, o i nemici del Reich, comu­ni­sti in testa, o ancora gli «scarti» di uma­nità, secondo le oscene teo­rie degli «scien­ziati» di Hitler.

Insomma, la rimo­zione del Memo­riale, è una rimo­zione della memo­ria e un’offesa alla sto­ria. Ebbene, l’atteggiamento dell’Aned e delle Comu­nità israe­li­ti­che ita­liane, che o hanno taciuto, o hanno appro­vato la rimo­zione del Memo­riale (in attesa della sua sosti­tu­zione con un bel manu­fatto poli­ti­ca­mente adat­tato ai tempi nuovi), appare grave.
E in qual­che modo richiama le pole­mi­che di que­sti giorni rela­tive alla mani­fe­sta­zione romana del 25 aprile.

Pre­messo che la cosa «si svol­gerà di sabato», e dun­que, come ha pre­te­stuo­sa­mente pre­ci­sato il pre­si­dente della Comu­nità israe­li­tica romana, gli ebrei non avreb­bero comun­que par­te­ci­pato, la denun­cia che «non si vogliono gli ebrei», è un rove­scia­mento della verità: non si vogliono i pale­sti­nesi. Ed è grave l’assenza annun­ciata dell’ANED, per la prima volta, anche se la bagarre si è sca­te­nata sull’assenza della «Bri­gata Ebraica». La quale ha le sue ori­gini remote niente meno in Vla­di­mir Jabo­tin­sky, sio­ni­sta estre­mi­sta di destra con legami negli anni ’30 mai smen­titi con Mus­so­lini, che con­vinse le auto­rità bri­tan­ni­che, nella I guerra mon­diale, a dar vita a una Legione ebraica. Nel II con­flitto mon­diale, fu Chur­chill a lasciarsi con­vin­cere a orga­niz­zare un Jewish Bri­gade Group, inqua­drato nell’esercito bri­tan­nico: 5000 uomini che ope­ra­rono in par­ti­co­lare nell’Italia cen­trale, con­tri­buendo alla libe­ra­zione di Ravenna e di altri bor­ghi. Ebbe i suoi morti, e le sue glo­rie. Bene dun­que cele­brarla. Ma non fu né avrebbe potuto avere un ruolo emi­nente, come sem­bre­rebbe a leg­gere certe dichia­ra­zioni. Ma il fuoco media­tico supera il fuoco delle armi. E che dire di ciò che avvenne dopo? Come sto­rico ho il dovere di ricor­darlo. Quei sol­dati diven­nero il nucleo ini­ziale delle mili­zie dell’Irgun e del Haga­nah — quelle che cac­cia­rono i pale­sti­nesi nella Nakba — e poi dell’esercito del neo­nato Stato di Israele, al quale offri­rono anche la ban­diera.

Si capi­sce l’imbarazzo dell’Anpi di Roma, tra l’incudine e il mar­tello. Ma quando leggo che il suo pre­si­dente afferma che «i pale­sti­nesi non c’entrano con lo spi­rito della mani­fe­sta­zione», mi vien voglia di chie­der­gli se gli amici di Neta­nyahu c’entrino di più. Altri hanno dichia­rato in que­sti giorni che biso­gna lasciar par­lare solo chi ha fatto la guerra di libe­ra­zione; ma se così intanto andreb­bero cac­ciati dai pal­chi tanti trom­boni in cerca di applausi; e soprat­tutto se si adotta que­sta logica è evi­dente che tra poco non ci sarà più modo di festeg­giare il 25 aprile, per­ché, ahimè, i par­ti­giani saranno tutti scom­parsi.
E allora — visto l’articolo 2 dello Sta­tuto dell’Anpi che riven­dica un pro­fondo legame con i movi­menti di libe­ra­zione nel mondo — come non dare spa­zio a chi oggi lotta per libe­rarsi da un regime oppres­sivo, discri­mi­na­to­rio come quello israe­liano, rap­pre­sen­tato ora dal governo di destra di Neta­nyahu? Chi più dei pale­sti­nesi ha diritto oggi a recla­mare la «libe­ra­zione»? E invece temo si vada verso que­sto (addi­rit­tura in que­ste ore in forse a Roma) e i pros­simi 25 Aprile inges­sati e reistituzionalizzati. 

Liste degli attacchi dell’Irgun durante gli anni ’30 (da wikipedia.it)

Lista dal sito dell’Irgun

 

Nel sito web dell’Irgun che descrive il corso degli eventi in quegli anni, molti degli attacchi sottostanti non sono neppure menzionati, essendo l’attribuzione di questi atti contestata, mentre il sito web si assume la responsabilità solo degli attacchi direttamente portati a termine dall’organizzazione.

 

Di seguito è riportata la lista degli attacchi che sono stati attribuiti all’Irgun e che sono avvenuti nel corso degli anni ’30.

 

·       20 aprile 1936 – 2 lavoratori arabi in una piantagione di banane uccisi.

 

·       marzo 1937 – 2 arabi uccisi sulla spiaggia di Bat-Yam.

 

·       14 novembre 1937 – 6 arabi sono uccisi in vari scontri a fuoco a Gerusalemme.

 

·       12 aprile 1938 – 2 arabi e 2 poliziotti britannici sono uccisi da una bomba su un treno a Haifa.

 

·       17 aprile 1938 – Un arabo è ucciso da una bomba esplosa in un caffè a Haifa.

 

·       17 maggio 1938 – Un poliziotto arabo è ucciso in un attacco a un autobus lungo il tragitto Gerusalemme-Hebron.

 

·       24 maggio 1938 – 3 arabi sono fatti oggetto di colpi d’arma da fuoco e uccisi a Haifa.

 

·       23 giugno 1938 – 2 arabi sono uccisi presso Tel-Aviv.

 

·       26 giugno 1938 – 7 arabi sono uccisi da una bomba a Giaffa.

 

·       27 giugno 1938 – Un arabo è ucciso nel cortile di un ospedale a Haifa.

 

·       5 luglio 1938 – 7 arabi sono uccisi in numerosi scontri a fuoco a Tel-Aviv.

 

·       Lo stesso giorno, 3 arabi sono uccisi da una bomba esplosa in un autobus a Gerusalemme.

 

·       Lo stesso giorno, un arabo è ucciso in un altro attacco a Gerusalemme.

 

·       6 luglio 1938 – 18 arabi e 5 ebrei sono uccisi da due bombe esplose simultaneamente nel mercato arabo dei meloni a Haifa.

 

·       8 luglio 1938 – 4 arabi sono uccisi da una bomba a Gerusalemme.

 

·       16 luglio 1938 – 10 arabi sono uccisi da una bomba un mercato di Gerusalemme.

 

·       25 luglio 1938 – 39 arabi sono uccisi da una bomba in un mercato di Haifa.

 

·       26 agosto 1938 – 24 arabi sono uccisi da una bomba in un mercato di Giaffa.

 

·       27 febbraio 1939 – 33 arabi sono uccisi in attacchi multipli, 24 a causa di una bomba nel mercato arabo nel quartiere dei Suq a Haifa e 4 da un’altra bomba nel mercato arabo delle verdure a Gerusalemme.

 

·       29 maggio 1939 – 5 arabi sono uccisi da una mina esplosa nel cinema Rex a Gerusalemme.

 

·       Lo stesso giorno, 5 arabi sono colpiti da armi da fuoco e uccisi nel corso di un raid nel villaggio di Biyar ‘Adas.

 

·       2 giugno 1939 – 5 arabi sono uccisi da una bomba alla Porta di Giaffa a Gerusalemme.

 

·       12 giugno 1939 – Un ufficio postale a Gerusalemme è dinamitato e un esperto di esplosivi britannico che tenta di disinnescare l’ordigno muore.

 

·       16 giugno 1939 – 6 arabi sono uccisi in vari attacchi a Gerusalemme.

 

·       19 giugno 1939 – 20 arabi sono uccisi da cariche esplosive montate su un asino in un mercato di Haifa.

 

·       29 giugno 1939 – 13 arabi sono uccisi in sparatorie multiple nel giro di un’ora.

 

·       30 giugno 1939 – Un arabo è ucciso in un mercato di Gerusalemme.

 

·       Lo stesso giorno, 2 arabi sono colpiti da armi da fuoco e uccisi a Lifta.

 

·       3 luglio 1939 – Un arabo è ucciso da una bomba in un mercato di Haifa.

 

·       4 luglio 1939 – 2 arabi sono uccisi in due attacchi a Gerusalemme.

 

·       20 luglio 1939 – Un arabo è ucciso in una stazione ferroviaria a Giaffa.

 

·       Lo stesso giorno, 6 arabi sono uccisi in vari attacchi a Tel-Aviv.

 

·       Lo stesso giorno, 3 arabi sono uccisi a Rehovot.

 

·       27 agosto 1939 – 2 ufficiali britannici sono uccisi da una mina a Gerusalemme.

 

Sono riportate solo le operazioni conclusesi con la morte. L’Irgun ha condotto almeno 60 operazioni durante questo periodo (Perliger e Weinberg p. 101).

 

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