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Sui migranti: equivoci, ipocrisie e cause ignorate. In risposta a Bertola, Orfini e Salvini

Il consigliere comunale torinese del M5S Vittorio Bertola sul blog di Beppe Grillo ha scritto: «Giro di vite sui permessi di soggiorno per protezione umanitaria, che solo l’Italia concede in massa. Sorveglianza più stretta dei profughi nel sistema di accoglienza. Istituzione di sistemi efficienti per il rimpatrio forzato delle persone cui viene respinta la domanda di asilo. Procedura specifica per la trattazione dei ricorsi contro il diniego dell’asilo».
 
Su questo precisiamo innanzitutto che l’opinione di Bertola deve essere messa a confronto con le ben diverse prese di posizione dei parlamentari del M5S, che hanno respinto il reato di immigrazione clandestina e hanno prodotto interessanti analisi e proposte come quelle di Manlio Di Stefano e della senatrice de Pietro di segno opposto. In effetti, Matteo Salvini segretario della Lega Nord ha escluso la possibilità di una collaborazione con il M5S perché «Grillo ha dietro un partito composto per il 90 per cento da gente di sinistra. Basta leggere il loro blog per scoprire che non la pensano affatto come Grillo». E’ anche vero che molti post pubblicati sul blog non sono firmati. Lasciando così credere che siano di Beppe Grillo e “dunque” del Movimento. A chi giova questa ambiguità? 
 
In risposta al post di Bertola, il presidente del Pd Matteo Orfini su Twitter ha parlato di «sciacalli», ovviamente approfittando da buoni piazzisti, della ghiotta occasione per stigmatizzare tutto un movimento. Il post di Orfini recita: “Dopo le proposte sull’immigrazione manca solo che Grillo si iscriva alla Lega. Perché alla fine gli sciacalli si ritrovano sempre: a destra”.
E su questa ipocrisia abbiamo molto da dire. Il Pd, come altri partiti di centro e “sinistra”, negli anni si è quasi sempre schierato a favore di interventi armati occidentali diretti (bombardamenti) o indiretti (destabilizzazioni) che sono fra le cause di immani spostamenti di popolazioni. Qui abbiamo già scritto quanti milioni di persone, anche lavoratori migranti, abbiano dovuto lasciare il loro luogo di residenza e lavoro a causa delle bombe e delle guerre per procura occidentali. I guerrafondai della Nato e del Golfo, e chi negli ultimi anni non ha agito per opporsi alle guerre, né in sede istituzionale né in sede di movimenti,  hanno gravi responsabilità. In pochi anni l’Occidente ha disfatto Iraq, Siria e Libia, rovinando anche i paesi circostanti e in particolare quelli africani. Qui tutti i dati prodotti dalle “nostre guerre, la loro fuga”. Il ministro Gentiloni ribadisce la sua solidarietà all’Arabia saudita (primo acquirente di armi dall’Italia) che bombardando da mesi lo Yemen e impedendo l’avvio di aiuti umanitari sta provocando l’esodo di moltissimi yemeniti, i quali potrebbero convertirsi in nuovi “clanedstini” sulle nostre coste.
 
Ricordiamo poi altre cause importanti delle migrazioni forzate. Infatti accanto a chi fugge da guerre e destabilizzazioni che rovinano interi paesi (e ha più o meno diritto di asilo umanitario o altro), c’è chi fugge dalla miseria lasciata dallo sfruttamento coloniale e postcoloniale, dalla caccia alle risorse, e anche dal disastro climatico provocato dal surriscaldamento dell’atmosfera terrestre; un’altra responsabilità occidentale che ricade pesantemente sul Sud del mondo. Eppure, chi va via dalla miseria e dalla distruzione provocata dal caos climatico non ha da noi nessun diritto…è bollato come clandestino, sfruttato fino alla morte dagli schiavisti italiani, costretto a nascondersi…
 
Eppure la Terra è di tutti, e l’Occidente ne ha già usufruito più di altri popoli…
 
Nell’epoca della dittatura finanziaria della Troika , siamo tutti, migranti o meno, stranieri in patria. Mettere, in questo contesto sociale, i migranti contro i non migranti è come mettere i lavoratori a tempo indeterminato contro quelli a tempo determinato come ha fatto Renzi con il Jobs Act. Si alimenta una guerra tra poveri che è proprio quello che chiede la grande finanza e le grandi corporazioni.
 
Prima delle elezioni nazionali del febbraio 2013 il Movimento arrivò ad essere la prima forza politica nazionale con l’idea che nessuno dovesse rimanere indietro. Per un Movimento che con orgoglio rivendica di essere nato lo stesso giorno di San Francesco, questo concetto ha una portata universalistica, che travalica i confini. 
 
“Del resto le masse popolari in Europa non sono contro le masse popolari in Africa. Ma quelli che vogliono sfruttare l’Africa sono gli stessi che sfruttano l’Europa. Abbiamo un nemico comune.” 
Thomas Sankara, 29 luglio 1987
da www.lantidiplomatico.it

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