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Sanders vs Clinton e la crisi della “terza via”

In occasione del primo confronto pubblico fra i candidati democratici alla nomination per la corsa alla Casa Bianca, Bernie Sanders si è trovato a sorpresa scavalcato a sinistra da Hillary Clinton. Da vecchia volpe della politica qual è, la Clinton ha infatti abilmente sfruttato l’ultima strage compiuta da uno dei tanti cecchini folli che animano la cronaca americana per evidenziare un’incongruenza che “sporca” l’immagine di liberal radicale del suo avversario: il vecchio socialista, veterano di mille battaglie contro la guerra e la violenza, si è infatti dichiarato contrario a limitare per legge la vendita di armi da fuoco. Per quanto tardivo e di relativa efficacia (negli Stati Uniti il numero delle armi in circolazione è già superiore a quello dei cittadini), l’introduzione di una norma del genere offrirebbe almeno un significativo segnale di inversione di tendenza.

Le motivazioni di Sanders, secondo i maligni, sono soprattutto elettorali, visto che è stato eletto senatore nel Vermont, stato di sfegatati fan della caccia, anche se lui si è piuttosto appellato al diritto costituzionale di detenere armi, chiamando in causa una tradizione “democratica” scarsamente comprensibile per noi europei, che non abbiamo vissuto l’epopea della frontiera. In ogni caso Sanders si è prontamente preso una rivincita: in un discorso pronunciato qualche giorno più tardi si è dichiarato senza se e senza ma contro la pena di morte, criticando la Clinton che, poco prima, si era limitata dire che il ricorso alla pena di morte dovrebbe essere limitato e adottato solo in casi molto rari (analogamente a quanto era successo con Sanders, anche in questo caso i maligni hanno evocato motivazioni elettorali: secondo i sondaggi il 61% degli americani è a favore della pena di morte).

Questa gara di sorpassi e controsorpassi a sinistra è comunque destinata ad avere un peso relativo nel confronto fra i due. Non tanto perché i sondaggi, la tradizionale conventio ad excludendum nei confronti di tutti i candidati che “puzzano” di socialismo e il massiccio sostegno di lobby finanziarie, media e apparato di partito sembrano regalare alla Clinton un vantaggio incolmabile, ma anche e soprattutto perché in questa campagna le issues ideologiche sono destinate a contare assai meno dei temi sociali ed economici. La crisi morde da anni, falcidiando redditi e condizioni di vita non solo degli ultimi, ma aggredendo anche quelli di una middle class sempre più provata, incattivita e sensibile nei confronti dei discorsi politici che denunciano gli intollerabili livelli di disuguaglianza raggiunti dalla società americana. Senza questi fattori, Sanders non sarebbe potuto arrivare dove è arrivato, né la Clinton sarebbe stata costretta a fronteggiarne la minaccia rincorrendolo su terreno di temi “sociali” quali il salario minimo, il sostegno agli studenti indebitati, l’assistenza sanitaria, l’aumento delle tasse per i ricchi, ecc.

È proprio questa rincorsa (ancorché moderata e al ribasso) a preoccupare il centro Democratico. In un recente briefing rilasciato dal think tank Third Way (il riferimento è ovviamente alla Terza Via di Blair, Clinton marito e soci di allora e di oggi, Renzi in testa) si dice esplicitamente che tutti i candidatati democratici dovrebbero evitare accuratamente di fare da megafoni al “messaggio populista” di Sanders, pena la sconfitta nel confronto con i Repubblicani. L’attacco a Sanders (se è socialista non avrebbe il diritto di appropriarsi del “brand” dei Democratici) e alle sue idee (il salario minimo a 15 dollari avrebbe effetti devastanti per l’economia, al pari dell’opposizione al trattato Trans Pacific Partnership – voluto da Obama ma contro il quale si è schierata anche Hillary Clinton). Eppure questo tono rabbioso rispecchia una evidente debolezza: è più che probabile che Sanders non vinca (e che nemmeno Corbyn riesca a fronteggiare a lungo l’opposizione interna dei laburisti di destra), ma è difficile negare che il vento stia cambiando e che l’egemonia ideologica neoliberista presenti crepe sempre più evidenti.

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