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Contro la guerra tutti in piazza, il 16 gennaio, senza se e senza ma!

Sabato 16 gennaio – a venticinque anni dalla prima aggressione imperialistica contro l’Irak – la Piattaforma Sociale EUROSTOP si è fatta promotrice di due manifestazioni, a carattere nazionale, a Roma ed a Milano.
Una giornata di lotta e di mobilitazione a cui stanno arrivando importanti e significative adesioni ben oltre le forze e gli attivisti politici e sociali che già fanno riferimento alla Piattaforma EUROSTOP.

Una vera e propria sfida politica ed organizzativa in quanto le manifestazioni del 16 gennaio si collocano in un contesto politico generale difficile dove prevalgono le pulsioni securitarie, la blindatura autoritaria della società e dove il conflitto sociale è costantemente sottoposto ad una opacizzazione mediatica quando non a scoperti tentativi di criminalizzazione che traggono nuova linfa dai provvedimenti di polizia adottati anche dal governo italiano dopo gli attacchi di Parigi e che hanno già portato al divieto di scioperare e di manifestare in vari contesti.

Come Rete dei Comunisti sosteniamo queste manifestazioni e siamo impegnati ad articolare e generalizzare i contenuti programmatici che sono alla base di questa ripresa di iniziativa contro la tendenza alla guerra, contro la diffusione del militarismo e contro ogni interventismo bellico.

Le caratteristiche dell’attuale tendenza alla guerra e la necessità dell’opposizione al nostro imperialismo: quello europeo!

Da tempo evidenziamo che i lampi di guerra sono alle porte dell’Unione Europea. Anzi con la vicenda Ucraina tutt’altro che conclusa e – per altri aspetti – attraverso i fatti di Parigi il boomerang bellico è entrato prepotentemente nel cuore del continente europeo.

Un dato che non è casuale ma che è da interpretare anche alla luce dell’accentuarsi dei fattori di crisi economica e finanziaria che continuano ad essere una costante della situazione internazionale ben al di là delle abituali e rassicuranti chiacchiere propagandistiche, diffuse ad arte dai poteri forti del capitale – su una ripresa economica che sarebbe imminente o, addirittura, già in atto.

Libia, Siria, Iraq, Ucraina, alcune aree dell’Africa centrale ma anche l’estremo oriente asiatico sono gli scenari di questo scontro globale tra potenze che ha visto nelle ultime settimane la recrudescenza dello storico conflitto tra Iran e Arabia Saudita, con quest’ultima che prova a far saltare le trattative tra Iran e USA sulla Siria e sul programma nucleare, attraverso esplicite provocazioni contro il fronte sciita.

Assistiamo ad un crescente scontro internazionale che la narrazione tossica del capitale tenta di rappresentare in maniera fuorviante e non come un unitario puzzle – al netto delle innegabili caratteristiche specifiche tipiche di ogni scenario di crisi – in cui agiscono convulsamente gli interessi, le rivalità e la contrapposizione tra i vari poli e blocchi. Uno scenario di competizione internazionale all’interno del quale occorre certamente distinguere tra aggressori e aggrediti, tra soggetti che puntano alla provocazione e alla destabilizzazione ed altri che invece sono costretti a difendersi – anche esercitando politiche di potenza – ma che non può vedere i comunisti e gli antimperialisti esercitarsi nella forse appagante ma non certo incisiva arte della tifoseria. Perché in un simile quadro anche una banale scintilla può provocare una tragica deflagrazione.

La competizione globale interimperialistica, all’interno della quale l’Unione Europea sta giocando la sua partita diplomatica, economica e militare, è la fase in cui va collocata l’attuale azione degli apprendisti stregoni del capitale e l’immanente tendenza alla guerra.

Per l’Unione Europea – che rappresenta concretamente l’imperialismo della borghesia continentale – la propria periferia, ad Est ed a Sud dei suoi confini, diventa, quindi, lo spazio vitale per questa necessità e la guerra il mezzo fondamentale per conquistarlo e dominarlo alla bisogna.

Riteniamo, quindi, da comunisti, indispensabile concentrare lo sforzo – nell’ambito della generale lotta alla guerra – sulla denuncia e sulla lotta contro l’imperialismo di casa nostra e contro ogni forma di manomissione e di aggressione che si consuma contro paesi e popoli oggetto di una politica sempre più militarista, aggressiva  e neo/coloniale.

E’ questo il contributo e la caratterizzazione politica fondamentale con cui la Rete dei Comunisti partecipa a questa nuova mobilitazione No War la quale è stata preceduta da momenti di attivismo territoriale che nei mesi scorsi (da Napoli a Firenze ma anche in Sicilia e Sardegna) si sono prodotti contro la maxi esercitazione della NATO, denominata Trident, contro il Vertice della Nato tenuto a Firenze e contro basi ed istallazioni militari (No Muos).

Con questa attitudine politica e militante saremo nelle piazze di Roma e Milano!

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