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Una Valle Pacificata e un Mostro

In Valle di Susa, a Venaus, si sta svolgendo in questi giorni, con decine di migliaia di presenze, il Festival ad Alta Felicità.

Fra le tante iniziative culturali, anche le Visite al Mostro. Sì, perché in Val Susa, a Chiomonte, c’è un Mostro Antidiluviano. Un ecomostro. Ancora disponibile a vedersi, per quel poco che durerà. Vediamo di che si tratta.

Valsusa, oggi:visita al Mostro, da parte dei vecchi e nuovi NOTAV. Ops, di qui non si passa.
Valsusa, oggi:visita al Mostro, da parte dei vecchi e nuovi NOTAV. Ops, di qui non si passa.

È un costosissimo cantiere/simulacro dove dei veterosviluppisti, cullando i loro sogni/incubo dello scorso secolo pretenderebbero di fare un buco di prova dentro la montagna, per divorare milioni di euro pensando ad un Nulla. Questo Nulla sarebbe – non ci si crede – un tunnel a doppia canna lungo oltre 50 km, che partirebbe dalla Val Susa per sbucare oltralpe. Lo scopo? Ecco, qui si arriva all’assurdo: vorrebbero trasportare merci. Ad alta velocità. Il fatto che il mondo sia cambiato, da quando concepirono il loro progetto, circa 30 anni fa, non li tange. Che di merci da trasportare ce ne siano – e ce ne saranno – sempre meno, non li tange.

Una valle pacificata
Una valle pacificata

Che il traffico merci invece che salire – come loro prevedevano-  sia crollato, non li tange. Che ci sia già una linea ferroviaria ammodernata di recente e utilizzata a meno del 20% della sua capacità, non li tange. Che i costi esorbitanti del Mostro concepito dalle loro menti archeo-architettoniche sian tali da non giustificare l’opera, non li tange. Che abbiano scelto di scavare una montagna notoriamente punteggiata da uranio e amianto, generando milioni di metri cubi di “smarino” da smaltire, non li tange. Che un’intera valle urli nelle loro orecchie ormai sordastre per l’età – da oltre 25 anni – che questo scempio non lo vuole: non li tange.

Valsusa, oggi: visita al Mostro, da parte dei vecchi e nuovi NOTAV. Il Presidente di ProNatura, Mario Cavargna, notav storico, era fra le guide locali: non crede ai propri occhi
Valsusa, oggi: visita al Mostro, da parte dei vecchi e nuovi NOTAV. Il Presidente di ProNatura, Mario Cavargna, notav storico, era fra le guide locali: non crede ai propri occhi

Imperterriti, con il solo supporto dei loro ganci governativi, continuano a scavare, bruciando ancora altri soldi pubblici che hanno manomesso, sottraendoli ad usi più saggi, anzi, meno demenziali.

Protetti dalla polizia e dall’esercito, in una specie di cantiere/fortino, raspano lamontagna, distruggendo una valle laterale un tempo incontaminata, la Val Clarea, spianando siti archeologici, prosciugando sorgenti naturali, rendendola un orribile cantiere che è giusto che tutti vedano. Per capire immediatamente da che parte stare.

In Valle di Susa, in questi giorni, ci sono molte persone nuove, che vengono da tutta Italia, nuova linfa alla ormai ultraquartodisecolare lotta NOTAV. Così i vecchi notav del posto han pensato di soddisfare la loro giusta curiosità. Ma esiste davvero – e ancora – nel 2016 – questo “cantiere”? Vogliono vederlo con i loro occhi, giustamente, un po’ come quando si va a visitare qualche relitto in disfacimento di un vecchio naufragio.

Oggi, circa 150 persone hanno provato, appunto per sana curiosità faunistica un po’ da archeologi, ad andare a visitare IL MOSTRO, cioè appunto il paleocantiere di prova del TAV a Chiomonte.

Per non disturbare l’onanismo degli scavabuchi sopra citati, le forzedellordine han ricevutoordine di non farli passare. Il malato, evidentemente in coma e terapia intensiva, non può ricevere visite.

Libera circolazione nella Valle Pacificata
Libera circolazione nella Valle Pacificata

Ecco. Riportiamo in questo articolo alcune foto dell’episodio, tratte dal sito fb dell’Alta Felicità, e per le quali ringraziamo l’autore, Diego Fulcheri.

L’ultima panzana dei decennali cacciapalle probuco sarebbe che “la Val Susa è una valle pacificata”. Fra reticolati, camionette, occupazione militare, divieti: pacificata.

Ubi solitudinem faciunt, pacem appellant: potremmo dire. Un po’ adattata al caso qui, la traduzione suonerebbe più o meno: avete provato a costruire una desolazione, e la chiamate Pace.

La Valle sarà pacificata solo quando ve ne andrete: ma la va a pochi, comunque. A ripulire lo schifo che avete combinato, ci penseranno poi i NOTAV come ultimo atto.

Una delle prime – fra le panzane degli scavabuchi – è riportata qui sotto. TAV: “un’opera urgentissima” da oltre un quarto di secolo. Nel frattempo, è crollato il traffico di merci (cfr. “L’attuale linea è quasi-satura”), ed un po’ a tutti ci son venuti i capelli bianchi.

treni

 

Massimo Zucchetti – Il Manifesto del 24-7-2016

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