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Lettera al ministro Pinotti…

Questa era la lettera che avremmo voluto leggere alla Ministra Pinotti, ieri alla Festa del PD. Non ci è stato permesso di leggerla, la nostra bandiera No Muos è stata sequestrata e una decina di agenti della Digos, accompagnati dagli accaniti volontari del Partito Democratico, ci ha placcati e cacciati. Vi chiediamo di leggere e condividere.

Salve ministra Pinotti,
Non le
diciamo “benvenuta a Catania” perché, a dir la verità, benvenuta non è né lei né il suo Partito, che sta festeggiando in un deserto militarizzato.
Innanzitutto, vorremmo indossare una bandiera che rappresenta un movimento popolare, il Movimento No Muos, che da anni lotta contro una base militare abusiva, dannosa e mortifera, e contro ogni militarizzazione dei territori, imposta illegittimamente per supportare gli interessi delle politiche omicide e imperialiste che tanto disprezziamo.

Il recente dissequestro del Muos, avvenuto in seguito a delle verificazioni false e scandalose del Cga, non ci fermerà, né ci fermerà la repressione che continuiamo a subire: proprio negli ultimi giorni la Procura di Gela ha concluso le indagini per 129 attivisti. Sembra di essere alla vigilia di un maxiprocesso che nemmeno le più grandi organizzazioni mafiose possono vantare.
Inoltre vorremmo indossare anche una kefiah, che rappresenta uno dei simboli della resistenza palestinese, oppressa da quello stesso Stato, Israele (occupante che da 68 anni viola con gusto decine di risoluzioni Onu), che lei, in visita a Tel Aviv qualche mese fa, definiva come «Un paese tradizionalmente vicino all'Italia con il quale esiste da tempo una elevata collaborazione nel campo della difesa, così come il comune interesse di creare uno spazio di pace e sicurezza durevole in Medio Oriente». La resistenza palestinese è oppressa dai rappresentanti di questo Stato, con i quali l'Italia intrattiene importanti accordi e scambi commerciali, politici e militari, ma questo avviene anche con regimi finanziatori dell'Isis, come Arabia Saudita e Qatar.
La kefiah è anche uno dei simboli della resistenza curda, guidata dal PKK (considerato associazione terroristica dall'alleanza di cui l'Italia fa parte), ma unico vero pioniere nella lotta contro l'Isis e nella pratica reale e quotidiana dei principi democratici. La resistenza curda oggi, e da tempo, subisce tutta la rabbia e l'aggressività del regime Erdogan, mentre l'Europa resta a guardare”.

E inoltre, a seguito di questa introduzione, avremmo voluto leggere un articolo pubblicato da Manlio Dinucci sul Manifesto, nell'edizione di ieri. Sul nesso tra terremoto e spese militari. Per non dilungare troppo questo post, ve lo linkiamo: http://giornaleureka.altervista.org/le-macerie-della-democ…/

Cosa avrebbe risposto la democratica/guerrafondaia Ministra Pinotti?

 

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