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In morte di uno di noi

Tutto iniziò con la favola dei lavoratori stranieri che si adattavano a mansioni che i lavoratori italiani non erano più disposti a svolgere: ma in realtà, gli italiani non erano ancora disposti a lavorare sotto il bastone di un caporale, per quattro soldi, senza diritti e senza tutele sindacali.

Non avendo compreso che garantire diritti fosse vitale, abbiamo rinunciato alla lotta di civiltà per i colleghi stranieri vessati e sottopagati, lasciando così che anche i nostri diritti andassero in fumo.

Nella patria dei lavoratori precari pagati a cottimo e voucher (+36% dall’inizio dell’anno), Abd El Salam Ahmed El Danf, sindacalista ex professore e lavoratore a tempo indeterminato, è morto durante una manifestazione sindacale a Piacenza per aver chiesto che ai colleghi della logistica venissero riconosciuti i propri diritti.

Una morte che non si direbbe accidentale: guarda caso, capitata in un settore indicato dalla Direzione Nazionale Antimafia tra quelli a più alto indice di infiltrazioni mafiose in Emilia-Romagna, insieme a edilizia e ristorazione. Un settore dove lo sfruttamento e il clima di ricatto nei confronti dei lavoratori -per lo più stranieri- hanno già raggiunto livelli da terzo mondo.
E nella regione che ha registrato il più alto tasso di morti sul lavoro nel primo semestre dell'anno.

Ma la miopia che ai lavoratori italiani è già costata l'abrogazione sostanziale dello Statuto dei Lavoratori e l’approvazione del Jobs Act, costerebbe cara anche stavolta.
Ahmed è uno di noi, la sua battaglia è di tutti: non chiedere giustizia oggi significherebbe legittimare altre morti domani. E altri manager-kapò che, davanti a un picchetto, ordineranno ad altri camionisti di partire e di asfaltarci come ferri da stiro.
Anche per questo è importante partecipare oggi, 20 settembre, ai picchetti USB davanti ai magazzini GLS in tutta Italia. Facciamolo anche in ricordo di Ahmed. In memoria della sua battaglia di civiltà.

Fotografia: Giulio Obici

“In fabbrica accadono episodi inenarrabili. La sopraffazione è la norma, le umiliazioni una prassi, il ricatto un’abitudine.”
Stefano Valenti

“Quello di Ahmed è giudicato quasi come un suicidio, e sui suicidi degli operai c'è ben poco da fare. Forse che per la povera Maria Baratto, operaia discriminata, deportata, ridotta in miseria e disperazione dalla FIAT, c'è qualche indagine per procurato suicidio? No, a processo ci vanno gli operai licenziati perché volevano esprimere la loro indignazione per la morte dell'operaia di Nola.
E quante volte oramai le stragi sul lavoro vengono ridotte a tragica fatalità, ad errore umano e alla fine gli unici colpevoli diventano le vittime?”
Giorgio Cremaschi

“Un episodio del genere fa precedente, cambia la costituzione materiale e l'orientamento di tutta la legislazione ammessa in giudizio.”
Dante Barontini

“Abbiamo respirato una sensazione da tribunale nella Ankara di Erdogan, da corte egiziana (a proposito dell'uccisione di Regeni, per esempio) o italo-ottocentesca. Un oltraggio alla vita e alla dignità di Abd Elsalam e di tutti gli altri lavoratori che sono costretti a mettersi di traverso – ad un camion, ad una legge ingiusta, ad un governo ostile – per vedere riconosciuti i propri diritti e seriamente rappresentati i propri interessi.”
Sergio Cararo

“Sembra l'Italia degli anni '60. All'Ilva di Taranto muore in modo orribile (dentro un nastro trasportatore) un operaio e l'azienda dice che era tutto in regola. All'Atac di Roma un operaio resta folgorato e sembra che sia opera del destino. A Piacenza un camionista ha ucciso un operaio di un picchetto travolgendolo col suo mezzo.
E per la magistratura è un incidente…"
Paolo Brogi, tramite Gius Maggi

“Questo non può più essere un paese dove un sindacalista si fa le crociere con i soldi dei lavoratori mentre un operaio muore investito da un TIR mentre manifesta per difendere i suoi diritti.”
Alberto Airola

“Lo sapevate, voi che state vergognosamente cercando di confutare la verità, che Abd El Salam Ahmed El Danf stava portando avanti, insieme all'USB, una vertenza sindacale con picchetti e scioperi da mesi. Lo sapevate che si tratta di una lotta sindacale contro lo sfruttamento all'interno della "filiera" della Grande Distribuzione Organizzata. Oggi non potete cancellare né rimuovere dalla nostra coscienza questa verità indelebile. Ragion per cui parliamo di omicidio padronale.”
Aboubakar Soumahoro

“Non è una fossa grande
è giusta, precisa
è la terra che volevi
veder divisa
è una fossa grande
per un piccolo morto
ci starai più largo
di quand'eri al mondo
è una fossa grande
per un morto da niente
ma qui più che nel mondo
stai comodamente
è una fossa grande
la tua carne è poca
ma alla terra donata
non si guarda in bocca.”
Tratto da “Funeral de um lavrador”, Chico Buarque tramite Sergio Spina

 

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