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NAPOLI: Cgil, Cisl e Uil contro la mobilitazione popolare a difesa della città

Alla vigilia della manifestazione contro il “debito e lo strangolamento finanziario” di Napoli – indetta per il prossimo sabato 14 aprile dall’Amministrazione Comunale a cui hanno aderito, anche se con contenuti programmatici differenziati i movimenti di lotta cittadini – arriva il Niet dei sindacati complici (Cgil, Cisl, UIL) nei confronti di questa mobilitazione popolare.

Con due missive – siglate dai responsabili regionali di Cgil, Cisl e Uil – i sindacati complici si chiamano fuori da una protesta che da mesi sta montando a Napoli e nella sua area metropolitana a seguito dell’ondata di debiti che sono stati scaricati sulle già traballanti finanze del Comune di Napoli.

Una vera e propria sequenza di atti finanziari che datano decenni, frutto di passate e tragiche stagioni amministrative della città, la quale sta strangolando le casse di Palazzo San Giacomo costringendo l’Amministrazione ad assumere provvedimenti che, di fatto, configurano la dismissione e la privatizzazione di significativi comparti del patrimonio comunale con l’eventualità di mettere a serio rischio la stabilità ed il carattere pubblico delle varie Società Partecipate.

Cgil, Cisl e Uil che – ad onor del vero – sono assenti da lungo tempo da qualsiasi discussione e/o iniziativa sul futuro della città e, soprattutto, nell’opera di difesa delle condizioni di vita e di lavoro dei settori popolari della città. Nelle principali vertenze sociali e sindacali che, quotidianamente, attraversano il martoriato territorio metropolitano i sindacati complici o sono assenti o (magari in ordine sparso) sono asserviti ai disegni di smantellamento/deregolamntazione di ciò che residua dell’apparato industriale e produttivo. In ogni caso non esiste una proposta di lotta ed una conseguente iniziativa sociale di Cgil, Cisl e Uil su nessuna dell’infinita gamma delle contraddizioni sociali che si producano a Napoli ed in Campania.

Queste organizzazioni si “ricordano” (..con intento stroncatorio) di Napoli, del Comune e delle finanze cittadine mentre cresce una mobilitazione che inizia ad identificare i nemici di Napoli nell’azione dei vari governi nazionali che si sono succeduti negli ultimi anni e, in particolare, in quella gabbia autoritaria costituita dai vari “pareggi di bilancio”, “tetti di stabilità” e “regole comunitarie” prodotta dalla asfissiante vigenza antisociale dell’Unione Europea.

Non è un caso che sulla stampa cittadina (ossia sull’organo di Caltagirone, il Mattino, e su Repubblica e Corriere del Mezzogiorno) viene dato ampio spazio ad una presa di posizione, quella di Cgil, Cisl e Uil, la quale si colloca oggettivamente nel campo di coloro che tramano ed agiscono per il dissesto finanziario della città e per aprire una nuova fase di manomissione economica e sociale della città.

Di fatto, al di là dei distinguo ipocriti e formali di Cgil, Cisl e Uil, il Niet dei sindacati complici è una scelta di collocazione nell’ambito di coloro i quali desiderano un ritorno ad una stagione (non più rieditabile) fondata sulla concertazione/complicità con il sistema politico, con gli ambienti economici e finanziari e con i vari ambiti istituzionali. Una stagione ed una sciagurata linea di condotta che hanno nuociuto alla città e che ha provocato disastri sociali inenarrabili a Napoli e nell’intero meridione d’Italia.

La mobilitazione del 14 aprile a Napoli, che segue quella del 21 febbraio scorso sotto Palazzo Montecitorio a Roma e la riuscita Assemblea dei movimenti sociali tenuta sabato 7 aprile nella centrale Piazza San Domenico, è una occasione importante per sancire – anche attraverso una giornata di lotta e di protesta sociale – la costruzione di un movimento di lotta contro l’insieme dei dispositivi antisociali del Debito, contro il pericoloso intreccio tra lo strumento dei trattati europei e le politiche di austerity e per affermare, concretamente, il rifiuto popolare a subire le conseguenze materiali del debito e della crisi.

Un movimento politico/sociale/sindacale a carattere popolare che – necessariamente – dovrà superare il ridotto territoriale partenopeo e proiettarsi, anche organizzativamente, ad una scala più ampia e generale.

Per approfondire il tema del Debito e i ragionamenti su tale argomento rimandiamo ad un opuscolo redatto dai compagni del nodo campano della Piattaforma Sociale Eurostop: http://www.eurostop.info/noi-il-debito-non-lo-paghiamo/

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