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Cercavo il mare calmo, ho incontrato te!

Sinceramente se avessi pensato che Potere Al Popolo non avesse cambiato le geografie politiche “a sinistra” degli ultimi 25 e passa anni non avrei aderito alla scommessa con entusiasmo.

Entusiasmo dei neofiti? Non proprio, Entusiasmo dei giovani? Nemmeno. Entusiasmo di chi cresciuto nella resistenza politico-sociale in anni “di merda”, con un immaginario da “stalinista senza cuore” pensava che mancasse un pezzo, un pezzo importante: un rappresentanza politica di classe in questo Paese dal profilo “istituzionale”, perché quello che c’era ha prodotto una tale mole di macerie dal governo Prodi in poi che proprio aveva lo stesso appeal di un tifoso del Marsiglia per la maglia del Paris SG, almeno per me.

Sì compagni, come pensate che un compagno si sentisse quando grazie allo scambio 35 ore Pacchetto Treu finiva a lavorare come interinale (a proposito le 35 ore promesse da Bertinotti che fine anno fatto?) oppure durante l’aggressione alla Serbia, con gli operai della Zastava che difendevano la fabbrica facendo gli scudi umani, “essere sindacato” votava una mozione per non scioperare, a differenza del sindacalismo di base…

Mi fermo qui, e ricordo solo la rivoluzione arancione dei sindaci, tra cui l’ultimo in ordine di tempo Marco Doria, il peggiore della Superba…

Scelte sbagliate, frutto di una dirigenza che è cambiata ma che proprio non ha messo mai in discussione i suoi errori e la diabolica capacità di essere recidiva.

Non parlo dei militanti di base ovviamente, ma di quella spinta genuina e popolare non ha saputo fare una traduzione politica che “rompesse” con la subordinazione alla sua “destra” e ai richiami della foresta della “sinistra unita”, e quel cordone ombelicale con una cultura che nella UE vedeva una entità riformabile.

Ricordo che in Francia nel 2005 il maggiore sindacato – la CGT – e le correnti di sinistra del PS, vincendo, fecero campagna per un “no” deciso contro la gabbia dell’Unione. Potere Al Popolo, era ed è la chance per fare un passo in avanti, piccolo, ma significativo perché l’altra opzione praticabile è il masso di Sisifo che ricade rovinosamente addosso a chi lo fa rotolare in salita.

Ecco, noi quel masso lo abbiamo portato ad un passo dalla vetta, con una discussione franca sul futuro di ciò che noi tutti abbiamo costruito, io avrei accettato e accetterò qualsiasi esito (sai che novità essere una minoranza…).

Personalmente non ho paura del confronto politico, anche acceso e della chiarificazione delle posizioni, quello di cui avrei paura è l’ennesimo “stop and go” sfibrante che porta a logorarsi senza trovare uno sbocco per “accelerare” il passo ed essere adeguati alla fase, tornando alla palude dei tanti “impiegati” della politica che più che infondere la passione alle masse, fanno i demotivatori.

Sono ancora contento di avere fatto quella scelta e non ho proprio intenzione di fermarmi aspettando quel treno che poi non passa più…

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