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Potere al Popolo. Per la discussione all’Assemblea nazionale e nei territori

Care compagne e cari compagni,

dopo la lunga fase dedicata alla definizione delle regole attraverso cui organizzarci come movimento politico sociale autonomo e indipendente, terminata la difficile negoziazione interna, mentre la barbarie fascioleghista e razzista avanza, riprendiamo a discutere di politica e intensifichiamo la presenza di Potere al popolo nelle strade, nelle piazze, nei quartieri delle città, nei paesi e, attraverso discussioni collettive a livello territoriale e nazionale, organizziamo una giornata a metà novembre individuando un tema unificante, in modo da coordinare le azioni nei singoli paesi e nelle grandi città.

Lo schema secondo cui a livello europeo e nazionale lo spazio politico è rappresentato, in modo ingannevole, come una contrapposizione tra liberali di destra e di sinistra contro una destra xenofoba, va rifiutato perché nessuna delle due opzioni prevede un cambiamento nelle priorità sociali o mette in discussione il dominio delle banche, delle multinazionali, degli interessi privati rispetto agli interessi delle singole persone e della collettività.

Il razzismo di stato, che si sta manifestando attraverso leggi e regolamenti sempre più restrittivi e discriminatori, viene interpretato solo con diversi gradi di brutalità dai due schieramenti. I respingimenti di Macròn non sono diversi da quelli di Orban e lo spirito del decreto Minniti è stato solo anticipatorio dell’evoluzione fascista che ha l’apice nel Decreto Salvini e nella scelta di trasferire da Riace persone immigrate e ben integrate nel contesto locale. La stessa criminalizzazione della solidarietà, avviata dal governo precedente, sta avendo esiti nefasti e nulla di buono può far sperare la criminalizzazione anche di persone attivamente impegnate nelle lotte sociali, ambientali e sindacali.

Potere al Popolo vuole sottrarsi a questa gabbia ed esercitare un ruolo politicamente indipendente che rimetta al centro le priorità sociali, l’equità, il diritto alla resistenza, l’attuazione dei principi costituzionali disattesi. A tal fine intende fare tesoro delle esperienze maturate in questi mesi nei territori e nei conflitti sociali e sindacali, dove il movimento è stato attivo e ha sperimentato modalità e strumenti di resistenza e organizzazione politica e popolare. Vuole rompere e superare ogni attitudine alla mera testimonianza e propaganda e puntare a svolgere un ruolo attivo, propositivo, progettuale e di organizzazione del conflitto sindacale, sociale, ambientale.

Lo scenario europeo ripropone in ogni occasione la dimensione antipopolare e antidemocratica delle istituzioni europee, che si esprimono attraverso trattati internazionali e di libero scambio a difesa della supremazia dei mercati finanziari e delle multinazionali.

Sempre a livello europeo si ripropone lo schema falsato della contrapposizione ingannevole tra “liberali di destra e di sinistra” e destra xenofoba ben individuata da Le Monde Diplomatique.

È dunque evidente che questa tenaglia va rifiutata e spezzata ovunque possibile, mettendo in campo proposte e ipotesi politiche di rottura e alternative al quadro esistente.

È bene evidenziare un aspetto dirimente: nessuna discriminazione è accettabile, né nei luoghi di lavoro né in ambito sociale, né nelle scuole che si vogliono pubbliche e laiche, ugualmente accessibili a tutte e a tutti, né nella gestione e nell’organizzazione dell’accoglienza. A tal proposito, il modello Riace, oggi sotto l’attacco brutale di un governo fascista, è un esempio concreto di buone pratiche di interazione tra popoli e culture e di contrasto alla ‘ndrangheta che la legge Bossi Fini e il reato di clandestinità favoriscono fornendo ai criminali manodopera a basso costo, nuovi schiavi e nuove schiave da sfruttare, donne sui cui corpi lucrare attraverso la tratta. Tale modello va dunque difeso e diffuso.

Potere al Popolo non è la sommatoria dei NO, non intende limitarsi a una funzione emendativa o oppositiva. Non volendo limitarsi a dire No a quello che mettono in campo i nemici e gli avversari politici, intende avanzare le proprie proposte su tutti gli ambiti declinati nel programma con cui si è presentata la lista alle elezioni del 4 marzo 2018, aggiornandole rispetto alle nuove emergenze che questo governo determina, all’insegna dell’intersezionalità delle lotte, senza cioè porre e proporre gerarchie di temi e di ambiti politici.

La manifestazione nazionale del 20 ottobre a Roma si caratterizza non solo per un No al governo giallo-verde, ma anche per la richiesta di nazionalizzazione dei servizi e delle aziende strategiche, proponendo soluzioni alternative ai danni creati da venticinque anni di svendita e saccheggio dei servizi pubblici e dei beni comuni, contrastando in tal modo le evidenti ambiguità degli attuali governo e opposizione in materia di privatizzazioni. Sebbene sia chiaro che la proposta di nazionalizzazione non possa avere carattere risolutivo, risulta evidente che, però, essa consente di tornare ad attribuire al soggetto pubblico un ruolo centrale nella gestione di servizi strategici e questo è solo il primo passo per garantire il controllo popolare, il rispetto prioritario delle esigenze delle singole persone, per definire un modello di sviluppo alternativo a quello imposto dall’egemonia degli interessi privati su quelli della società.

La proposta e l’approvazione di norme apertamente liberticide nei confronti di lotte sociali e sindacali, e razziste verso le persone immigrate e povere, vedrà Potere al Popolo protagonista nel paese di una campagna di disobbedienza civile a leggi inaccettabili sul piano della democrazia e del rispetto dell’umanità.

Potere al Popolo avvierà inoltre un’intensa e profonda discussione interna per definire il proprio orientamento alle elezioni europee di maggio 2019, declinando le proprie proposte, da confrontare anche con altre realtà politiche a livello europeo per poi effettuare la propria scelta in piena autonomia e nel rispetto di ciò che sarà frutto di confronto e condivisione tra le persone che hanno aderito e che aderiranno al movimento.

Ritroviamoci dunque nelle assemblee territoriali e in quella nazionale per riprendere a discutere di politica, per preparare la partecipazione alla manifestazione del 20 ottobre e all’assemblea nazionale che si terrà a Roma nei giorni 20 e 21 ottobre.

Individuare istanze locali e nazionali su cui avanzare proposte e soluzioni coerenti con il nostro programma. Rispondiamo insieme alle esigenze, alle domande, ai bisogni delle persone, che, nel nostro paese, si trovano a dover affrontare problemi e disagi determinati dall’inganno populista di chi sta governando in contrapposizione ai valori e ai principi della nostra Costituzione.

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