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Con il grande Mimmo Lucano, ancora “al confino”

Oggi (domenica 7 aprile, ndr) sono stato a Caulonia ad abbracciare Mimmo Lucano. Li è al confino il sindaco di Riace, confino che continua nonostante la Cassazione abbia smontato tutte le accuse su di lui.
Mimmo è un grande compagno che, come gli ho ricordato, per il potere ha avuto due colpe gravissime.

La prima è di non aver baciato certe pantofole che si dovrebbero baciare per vivere tranquilli. La seconda, ancora più grave, è che il suo modello alternativo di accoglienza e sviluppo ha funzionato. Intollerabile questo per un sistema di potere che mette assieme politica, affari e anche criminalità organizzata, sul controllo del territorio come sui migranti.

Ero andato a trovare Mimmo a Riace nel giugno scorso e avevo visto un paese rinato, ove non solo i i migranti costruivano lavoro, ma dove tornavano i giovani calabresi emigrati, per darsi da fare e ricostruire.

Già allora Mimmo mi aveva raccontato di tutti gli attacchi, di tutti i bastoni tra le ruote che il potere organizzava e metteva contro Riace. Salvini allora non era operativo, egli ha solo messo il suo cappello reazionario a copertura di un’aggressione all’esperimento di Mimmo che veniva da lontano, dal potere che se ne sentiva danneggiato.

Riace con poca spesa e creando lavoro era stata liberata dai rifiuti ed era diventata modello di raccolta differenziata. Ma proprio per questo sono stato arrestato, mi ha oggi detto Mimmo.

La Cassazione ha smontato tutte accuse, ma Mimmo è ancora in esilio dal paese che ha fatto rinascere. Perché il sistema di potere che l’ha colpito in modo infame non molla, vuole riprendersi Riace per continuare ad imporre i propri interessi ed affari alla Calabria e a tutto il nostro paese.

Per questo oggi come non mai bisogna stare a fianco della lotta del grande Mimmo Lucano.

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