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Emilia Romagna. Bonaccini fiancheggia “padron” Fagioli non i lavoratori

In tanti mi chiedono perché abbiamo scelto di candidarci, perché non abbiamo scelto di stare alla finestra adagiandoci sulle difficoltà che incontra oggi qualsiasi proposta di cambiamento, o tutt’al più dando una mano alla sinistra a tenere botta contro la disgustosa avanzata leghista. Ecco, oggi ci è stata servita l’ennesima ragione per rafforzare la nostra convinzione di dover dare il massimo in questa sfida regionale, se per qualcuno un altro esempio sembrava necessario.

E’ notizia fresca che Bonaccini candida nel suo listino personale a Reggio Emilia l’imprenditore Fagioli, che si presenta nel suo programma attento ai bisogni dei giovani e delle famiglie. Peccato che Fagioli sia già conosciuto perché nel 2011 con la sua azienda, la Snatt, cancellò l’appalto alla cooperativa GFE “colpevole” di applicare ai suoi lavoratori i minimi salariali imposti dal contratto nazionale!

Questi sono i personaggi di cui si sta circondando Bonaccini, veri e propri sfruttatori la cui unica attività imprenditoriale è quella di abbassare i salari sotto qualunque soglia ragionevole. La propaganda del PD ci pubblicizza ogni giorno la regione più ricca d’Italia, ma nasconde sotto il tappeto l’aumento delle disuguaglianze, della precarietà, dei part-time involontari, e soprattutto del vero e proprio sfruttamento legalizzato nel sistema delle cooperative nel settore della logistica.

Come Potere al Popolo siamo sempre a fianco dei lavoratori che lottano per i propri diritti, dalla GLS di Piacenza ai lavoratori dell’Ikea con cui ci mobilitermo questo venerdì, da quelli di un’eccellenza bolognese in via di graduale smantellamento come la Perini ai lavoratori della Bartolini di Cesena che incontreremo sabato per dare voce alla loro lotta contro i licenziamenti e che ha già visto 86 lavoratori denunciati.

Nel nostro programma portiamo avanti un’idea semplicissima: nessun lavoratore deve guadagnare meno di €9 l’ora. Nelle nostre liste troverete soltanto lavoratori, precari, studenti, disoccupati, e certamente non chi ci sfrutta.

Per saperne di più. Da Il manifesto del 18 dicembre

“L’azienda di Fagioli, ha ricostruito l’ex sindacalista che seguì da vicino la vicenda, tolse l’appalto alla cooperativa perché i lavoratori soci di quest’ultima, pagati 5 euro l’ora, decisero di applicare il regolare contratto nazionale di lavoro. Una decisione evidentemente non gradita all’impresa che non voleva sobbarcarsi i maggiori costi dell’operazione.

I 516 lavoratori della coop persero il lavoro con un sms e si salvarono solo coloro che accettarono di tornare al lavoro con paghe ribassate. Una vicenda del passato che rispunta con prepotenza nella campagna elettorale, visto che Fagioli si candida in rappresentanza di Bonaccini, che nel suo programma ha inserito non solo la piena occupazione ma anche il «buon lavoro».

*candidata alla presidenza della regione Emilia Romagna per Potere al Popolo

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3 Commenti


  • Flavio Bacchetta

    Putroppo in Italia, così come in Austria e paesi scandinavi che però tutelano i lavoratori sottopagati con bonus e un solido welfare, non esiste un salario minimo riconosciuto per legge, per cui la giusta rivendicazione della cooperativa che chiedeva un minimo di 9€ l’ora di scontrò contro il padroncini Fagioli che ebbe gioco facile visto che tale richiesta non era supportata dalla legge.
    Il salario minimo, che per i paesi dell’:area mediterranea è fissato a 1100 €, è un diritto assoluto della working class che nessun governo ha mai supportato finora, tranne il decreto che il Mov.5* stava cercandolo di fare varare, e che di fatto si è arenato dopo l’allenza con il PD, che, memore del job-act renziano, non lo.ha mai a sostenuto.
    Ricordo che in Portogallo il minimo fissato dalla UE non è mai stato rispettato, e oggi, pure a fronte della un costo della vita quasi raddoppiato, rimane ancorato a 580 €, un insulto alla miseria. Laggiù e’ solo il.Partito Comunista Portoghese che continua a propugnare l’adeguamento salariale ai canoni europei.
    Flavio Bacchetta


  • flora

    possiamo combattere Bonaccini dopo che lo ha vinto . viceversa , ed è certo dovremmo affrontare i danni seri e, sarà sangue e dolore per tutti noi e soparttuto per i piu deboli. Avete ragione su Bonaccini ma non è questo il tema , la politica non è dimostrare chi ha ragione è lavorare in maniera tattica. Ripeto quando Bonaccini avarà vinto ( volgio sperare ) possiamo continurare la lotta Se non avete capito la gravità del momento e non risucite a mettere da parte le parrochie siete responsabill dell avanzata del nuovo fascismo . La storia insegna …poco mi sa
    Date un occhio a cosa sta succedendo in Trrentino dove governa la Lega in purezza perche la “sintistra” non è riuscita a fare fronte comune


    • Redazione Contropiano

      il richiamo al “voto utile” contro i “barbari alle porte” ha una sua forza logica e qualche volta è addirittura -a naso turato – comprensibile. Però siamo in Italia, non in Colombia. E sono ormai 30 anni (più o meno), da quando si presentò per la prima volta Berlusconi, che questo ritornello viene ripetuto ad ogni elezione (da quelle circoscrizionali alle europee).
      Risultato: la “sinistra” è scomparsa (se il tuo ruolo è il portatore d’acqua, tanto vale votare il serbatoio più grande), la destra è andata al governo più volte e a lungo (con effetti spesso ridicoli e irritanti, con “decreti sicurezza” leggermente più di merda di quelli targati Minniti-Pd, un tanfo irritante ma non immense catastrofi), l'”alternativa” è stata incarnata per qualche anno da un movimento senza arte né parte chiamto Cinque Stelle, come un hotel pretenzioso.
      Ora, in tutta sincerità: per quale cazzo di motivo bisognerebbe rinunciare a creare un’alternativa politica (in prospettiva, anche elettorale; certo non con un “grande successo” immediato) pur di tenere una banda di delinquenti al governo? Per impedire a un’altra banda di delinquenti di fare la stessa cosa?
      Andiamo, dài…

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