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Venezuela. La vittoria del 7 ottobre rafforza le conquiste sociali bolivariane

CON LA VITTORIA DEL 7 OTTOBRE SI RAFFORZANO LE CONQUISTE SOCIALI E POLITICHE DELLA RIVOLUZIONE BOLIVARIANA E LA COSTRUZIONE DEL SOCIALISMO NEL XXI SECOLO

 Il PSUV ed il Governo venezuelano hanno invitato anche una delegazione italiana di quattro compagni, tra cui  Luciano Vasapollo e Rita Martufi, che hanno affiancato il processo elettorale venezuelano ma soprattutto hanno avuto l’occasione di approfondire i rapporti politici, culturali e sindacali già esistenti.

La Rete dei Comunisti

 
Il Presidente Hugo Chavez Frias ha saputo legare l’esempio di Simon Bolivar e dei combattenti per l’indipendenza all’attualità della lotta per il socialismo del XXI secolo. Chavez ha ridato coscienza politica, attraverso le riforme sociali, chiamando alla lotta per spezzare l’ordine reazionario delle oligarchie borghesi. In questo modo la Rivoluzione Bolivariana ha messo in moto un protagonismo politico tra le masse che solo la reale prospettiva socialista può dare e consolidare.

In queste frasi pronunciate da un dirigente della gioventù del PSUV il 24 luglio a Roma, nel 229° anniversario della nascita del “Libertador” Simón Bolívar, in un incontro promosso dalla Rete dei Comunisti in solidarietà con la Rivoluzione Bolivariana e con il Comandante Hugo Chavez Frías, per respingere e contrastare le campagne di terrorismo massmediatico sostenute e organizzate dalla destra internazionale e dalla sinistra liberista ed eurocentrica, c’è molta parte delle ragioni della straordinaria vittoria alle elezioni Presidenziali del 7 Ottobre.

In occasione delle elezioni sono  state invitate delegazioni da vari paesi del mondo (America Latina, Asia ed Europa) quali accompagnatori del processo elettorale che seguono con attenzione quanto accade in termini politici e elettorali; è importante identificare tali invitati internazionali quali accompagnatori , in sostituzione degli “osservatori” mandati dall’ONU nei paesi in cui le elezioni sono a rischio brogli o in stato di guerra, in quanto agli occhi del mondo è chiaro che in Venezuela con i governi Chávez è maturata una democrazia compiuta rappresentativa e partecipativa. Il PSUV ed il Governo venezuelano hanno invitato anche una delegazione italiana composta da tre compagni, tra cui  Luciano Vasapollo e Rita Martufi, che hanno affiancato il processo elettorale venezuelano ma soprattutto hanno avuto l’occasione di approfondire i rapporti politici, culturali e sindacali già esistenti con il PSUV, il sindacato, i comunisti venezuelani e vari partiti comunisti e rivoluzionari, sindacati di classe, centri studio sindacali e politici provenienti da quasi tutti i paesi dell’America Latina ed alcuni da Asia e Africa e pochissimi dall’Europa, proprio perché nel nostro continente la sinistra non dismette i panni eurocentrici compatibili con il sistema capitalista.

La Rete dei Comunisti è stata dal primo momento a fianco della Rivoluzione Bolivariana e del  Partito Socialista Unito del Venezuela e anche quest’anno una nostra delegazione è stata in Venezuela, non solo per esprimere la nostra solidarietà e amicizia, ma perché pensiamo che anche le forze anticapitaliste europee debbano guardare al processo in corso nella Nuestra America, come la principale e concreta alternativa al capitalismo. Quella che noi, come i compagni venezuelani, cubani e boliviani, consideriamo la costruzione del socialismo possibile nel XXI secolo, visti gli attuali rapporti di forza, nella fase storica della crisi sistemica del capitalismo.

Il Venezuela è stato per lungo tempo in mano a governi neo-liberisti che,  applicando i dettami di Washington attraverso l’autoritarismo politico, hanno consentito il saccheggio delle risorse da parte delle multinazionali, determinando corruzione, povertà e disoccupazione. Dal 1998 con la prima vittoria elettorale di Hugo Chavez le cose sono cambiate radicalmente e il grande successo realizzato il 7 ottobre, garantisce continuità e sviluppo alla lotta per la sovranità, l’indipendenza e il socialismo in America Latina.

I dati sono sotto gli occhi di tutti: secondo le stime dell’ONU, il Venezuela ha realizzato nel 2012 un tasso di crescita del 5%, superiore anche a Messico, Argentina e Brasile in un contesto segnato dalla più profonda crisi globale del capitalismo dalla fine del secondo conflitto mondiale.

Ma ciò che è iniziato nel 1999, con la nascita della Repubblica Bolivariana del Venezuela, non è stato solo un processo di crescita economica, basato sulla nazionalizzazione delle risorse e dei settori strategici del paese, ma anche un grande sviluppo sociale che in poco più di un decennio è riuscito, grazie alla guida instancabile del suo Presidente, a contrastare la povertà, la disuguaglianza e lo sfruttamento capitalista, realizzando successi straordinari sul terreno del lavoro e della produzione, come nel campo della salute, dell’alimentazione, dell’educazione e delle politiche abitative.

La portata e il valore della vittoria nelle elezioni del 7 ottobre, va però ben oltre il processo rivoluzionario e partecipativo in corso in Venezuela, e dà nuova spinta e vigore all’intero fronte antimperialista e alla costruzione di una alternativa al capitalismo non solo nel continente latino-americano, ma a livello mondiale.

Questo è stato espresso con passione e chiarezza da tutti i Presidenti dei paesi dell’ALBA, che costituisce l’espressione più avanzata del percorso democratico, partecipativo e solidale di tutta l’area latino-americana e caraibica. E’ grazie, infatti, alla spinta della Repubblica Bolivariana del Venezuela, insieme a Cuba, alla Bolivia, all’Ecuador, che si è saputo andare oltre la necessaria resistenza di classe contro il capitalismo, indicando e perseguendo il cammino per la costruzione del socialismo nel XXI secolo.

Chi, invece, tutto questo non riesce a vedere è la moribonda sinistra europea, ormai quasi del tutto compromessa con le politiche neoliberiste. In Italia la stampa e i partiti politici, quelli cosiddetti di “sinistra” per primi (come il PD e la Repubblica) parlano di Hugo Chávez come di “un dittatore”, delle sue misure come “populiste”, mentre appoggiano in Parlamento un governo non eletto da nessuno, imposto dall’Unione Europea, dal Fondo Monetario Internazionale e dalla BCE, che massacra le classi popolari in nome degli interessi della finanza e dei grandi monopoli capitalistici.

Questi “escuálidos” non si sono limitati alla pratica del terrorismo mediatico, raccontando e descrivendo il Venezuela di Chavez come un paese corrotto, in cui le libertà sono negate e raffigurando  scenari di intimidazione e brogli nelle elezioni Presidenziali, ma da veri sciacalli sono arrivati ad augurargli, in caso di vittoria, di dover fare i conti con la malattia.

La Rete dei Comunisti, nel pieno di una durissima lotta di classe condotta dalla borghesia imperialista europea e dai potentati economico-finanziari, con lo smarrimento e la complicità della sinistra eurocentrica, contro i lavoratori e le classi subalterne nel nostro continente, guarda con attenzione, fiducia e speranza al processo rivoluzionario bolivariano in corso in Venezuela e nel continente “rebelde”.

La Rivoluzione Bolivariana del Venezuela, ha indicato la strada che anche in Italia e in Europa andrebbe percorsa per far sì che anche gli “escuálidos” e gli sciacalli nostrani siano messi in condizione di non nuocere.

Se l’imperialismo USA deve fare i conti oggi con un processo di liberazione, di indipendenza e di autodeterminazione che cresce e si rafforza nel continente latino-americano, è perché lì è stata abbandonata l’idea e la pratica che il capitalismo sia riformabile, e avanza l’ideale socialista. Lo stesso percorso dobbiamo perseguire in Europa.

La Rete dei Comunisti appoggia e sostiene con forza il Presidente Ugo Chavez e Il Modello Socialista  della Rivoluzione Bolivariana, che con questa ulteriore e non facile grande vittoria è sempre più punto di riferimento per i rivoluzionari, gli antimperialisti e gli anticapitalisti a livello globale.

La Rete dei Comunisti

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