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Il 6 settembre, anche “non allineati”

Nel mondo e nelle piazze del sindacalismo di base i “non allineati” alle guerre coloniali

Ieri, 6 settembre, nella giornata dello sciopero generale dei sindacati di base, quando migliaia di lavoratori sono scesi in piazza in tutta Italia per chiedere, tra gli altri punti della piattaforma, il blocco delle spese militari, intanto da Belgrado, nell’ambito del cinquantesimo anniversario del fronte dei Paesi Non Allineati, il vice ministro degli Affari Esteri di Cuba, Abelardo Moreno,  ha condannato l’intervento militare della NATO in Libia sollecitando l’Occidente ad evitare uno scenario simile in Siria. “Ci parlano di guerre umanitarie, per proteggere i civili, ma nella pratica hanno il fine di mettere in crisi la sovranità di altri paesi” ha sottolineato Moreno. L’Avana ha reso noto che non solo non intende riconoscere il Cnt ma ha anche deciso di ritirare tutto il personale diplomatico dalla Libia. “Cuba attenderà che si costituisca un governo legittimo senza interventi stranieri per riallacciare relazioni diplomatiche” ha dichiarato ministero degli Esteri cubano. Resta dunque saldo il fronte dei governi antimperialisti che fin dai primi giorni dell’attacco ONU/Nato alla Libia ha proposto una soluzione politica a cui i governi e gli organismi, che oggi si adoperano per la spartizione del bottino libico, non hanno mai voluto dare ascolto. Solo due giorni fa il presidente venezuelano, Hugo Chavez, ha rivolto un appello ai cosiddetti Paesi Brics (Brasile, India, Cina, Russia e Africa del Sud), e dell’America Latina a “coordinare una controffensiva” contro la “barbarie” in corso in Libia. “Non possiamo restare a braccia incrociate”, ha detto Chavez intervenendo per telefono alla tv di Stato, convinto che Muammar Gheddafi “è ben lungi” dall’abbandonare il Paese. Il presidente venezuelano ha esortato i Paesi del Brics “a stabilire meccanismi che consentano di riportare la pace in Libia”. Di certo i meccanismi in atto non solo stanno alimentando la macchina coloniale dei paesi imperialisti, ma continuano a utilizzare miliardi di denaro pubblico per le spese militari (secondo i dati ufficiali diffusi dall’ Istituto Internazionale SIPRI, nel nostro paese solo nel 2010 sono stati spesi per la difesa ben 27 miliardi di euro a cui si aggiungono altri 17 miliardi di euro da spendere nei prossimi anni per acquistare 131 cacciabombardieri F 35; si calcola una spesa di almeno 100 milioni di euro al mese) mentre si chiedono “sacrifici” ai lavoratori, come avviene in Italia attraverso le manovre antipopolari volute dall’UE. Se il fronte antimperialista ha ben chiaro il funzionamento di questi meccanismi, anche i lavoratori italiani e i sindacati conflittuali lo hanno posto al centro dell’agenda di lotta che il 6 settembre ha aperto la mobilitazione autunnale. Non è un caso se all’interno del corteo romano dei sindacati di base sfilava anche la grande bandiera di Cuba: “Nell’ambito della Campagna Internazionale “Il 5 per i 5”, attuata con iniziative politico-culturali e di lotta realizzate il 5 di ogni mese per la liberazione dei Cinque agenti dell’antiterrorismo cubani, – ricorda con un comunicato il Comitato Italiano Giustizia per i Cinque – per questo mese di settembre, in cui ricorrono i 13 anni di infame detenzione negli USA dei 5 agenti cubani dell’antiterrorismo, il  Comitato ha deciso di dare forte rilevanza alla propria iniziativa di lotta aderendo allo sciopero generale e partecipando attivamente alla manifestazione di Roma dell’Unione Sindacale di Base, diffondendo, (con i compagni di Nuestra America, Radio Città Aperta e il circolo A. Mella dell’Associazione Italia –Cuba), tra  le  svariate migliaia  dei lavoratori un volantino che illustra le ragioni  politiche, giudiziarie e umanitarie dei Cinque, barbaramente privati della libertà per aver difeso il loro paese dagli attacchi terroristici provenienti e sostenuti dall’imperialismo statunitense. Una giornata di vera solidarietà e  lotta – conclude il Comitato – che unisce la battaglia per la difesa del mondo del lavoro sotto l’attacco del governo Berlusconi e dei potentati dell’Europolo imperialista, alla lotta contro l’imperialismo USA per la liberazione immediata dei nostri 5 fratelli cubani”.

 

 

 

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