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Elezioni: a Bologna è ancora battaglia per un posto in lista

Mancano poco più di quaranta giorni alle elezioni e nei territori impazza la corsa alle candidature: tra parlamentari uscenti in cerca di riconferma, giovani politici locali rampanti e ambiziosi e leader nazionali alle prese con le soglie di sbarramento, i posti ovviamente scarseggiano e molti resteranno a bocca asciutta.

In quel di Bologna, i giochi si stanno compiendo, non certo senza polemiche, e i vari partiti stanno via via componendo le liste da presentare entro la settimana.

Per quanto riguarda il Partito democratico, come c’era da immaginarsi, la corsa verso un posto in lista ha assunto i contorni di un aspro scontro tra correnti. A complicare ulteriormente il quadro vi sono anche i diktat della segreteria nazionale renziana che, in cambio dell’appoggio alle elezioni delle liste +Europa della Bonino e Tabacci, di Insieme (che raggruppa Psi, Verdi e Area Civica) e di Civica Popolare (formata da vari partitelli centristi e guidata da Beatrice Lorenzin), “regalerà” a queste liste alcune candidature all’uninominale maggioritario in collegi ritenuti sicuri. Questo è dovuto al fatto che lo sbarramento al 3% nei collegi proporzionali plurinominali potrebbe essere un ostacolo insuperabile per tutte e tre le liste e dunque si faranno convergere i voti di tutta la coalizione dei collegi uninominali ad alcuni dei leader di queste formazioni.

Uno di questi è appunto quello di Bologna, per il quale nelle scorse settimane giravano i nomi di Beatrice Lorenzin, Giulio Santagata (prodiano di Area Civica) e di Gian Luca Galletti.

Tuttavia, è ormai certo che all’uninominale del Senato correrà Pier Ferdinando Casini. La cosa ha fatto storcere il naso a molti nei giorni scorsi sotto le torri, tanto che sulla questione si sono più volte espressi sia il sindaco Merola che il segretario provinciale Critelli, oltre che vari parlamentari dem bolognesi. La paura più grande è che questo possa portare ulteriore consenso e voti a Liberi e Uguali, che in Emilia può contare su varie bocche da fuoco e su un bacino di voti teoricamente ampio. Pare infatti ormai certo che per questo seggio LeU candiderà uno tra Pierluigi Bersani e Vasco Errani, due politici molto conosciuti e che la base del PD potrebbe essere tentata di votare dovendo scegliere tra uno di loro e Casini.

Per gli altri posti disponibili nelle liste PD sotto le Due Torri, in corsa sono ci sono alcuni parlamentari uscenti quali l’orlandiano Andrea De Maria, la prodiana Sandra Zampa e gli esponenti delle minoranze AreaDem e ReteDem Francesca Puglisi e Sergio Lo Giudice.

Naturalmente non mancheranno spazi anche per i piddini di osservanza renziana. In pole position sembrano essere Andrea Rossi (ma non è detto che sarà candidato a Bologna) e Benedetto Zacchiroli, entrambi giovani renziani rampanti e membri della segreteria nazionale PD. In corsa potrebbe esserci anche Filippo Taddei, già responsabile economia del Pd e tra gli ideatori del Jobs Act. In salita paiono anche le quotazioni di Luca Rizzo Nervo (ex-assessore della giunta Merola e sfidante perdente del segretario cittadino Critelli), di Elisabetta Gualmini (vice-presidente della Regione) e Daniele Manca (ex-sindaco di Imola). Anche l’area di maggioranza del segretario provinciale Critelli vuole giocare la sua partita e pretende di avere una cospicua rappresentanza nelle liste. Oltre a De Maria, si parla di una riconferma per Gianluca Benamati e Marilena Fabbri e di un posto per l’attuale capogruppo pd in Regione Stefano Caliandro.

Ma il “Manuale Cencelli” non è finito: questa spartizione di posti prevede anche una sorta di “compensazione” per chi rimarrà fuori o non pienamente soddisfatto: il sindaco Virginio Merola si è infatti detto disponibile ad un rimpasto di giunta per dare il più classico dei “contentini” nel caso le candidature fossero troppo favorevoli a qualche corrente. E infatti nei giorni scorsi ha silurato due assessori per far entrare in giunta Marco Lombardo (renziano) e Alberto Aitini, fedelissimo di Critelli.

Infine, tra i tanti che cercano un posto, c’è anche qualcuno che, probabilmente, non verrà ricandidato. È infatti notizia di questi giorni la probabile rinuncia ad una ricandidatura da parte di Giuliano Poletti (del resto, cosa potrebbe fare peggio di quanto fatto in questi 5 anni?).

Per quel che riguarda Liberi e Uguali invece, la formazione della lista sembra avere un iter molto meno burrascoso ma ancora i nomi certi non sono molti.

Oltre ai già citati “big” Bersani ed Errani, tra i nomi più probabili vi sono quelli di Paola Bonora (ex docente di Geografia dell’Unibo), il deputato vendoliano Giovanni Paglia, la capogruppo al senato di MDP Maria Cecilia Guerra e l’ex-sindaco di San Lazzaro, Marco Macciantelli. Anche qui i posti disponibili saranno divisi tra Mdp, Possibile e Sinitra Italiana. Curioso sarà vedere anche chi verrà candidato nell’area disobbediente, ormai del tutto interni a Sinistra Italiana e che hanno nel loro leader Gian Marco de Pieri un possibile candidato per la lista.

Per quanto riguarda le destre, ancora pochi sono i nomi certi, ma pare (e questa sarebbe una notizia non da poco) che Berlusconi abbia ceduto alle richieste di Salvini che punta molto sull’Emilia-Romagna, concedendo alla Lega più candidati di quelli che avrà Forza Italia (si parla di 13 contro 7, mentre 4 andranno a FdI e uno ai centristi). Tra i nomi certi a Bologna ci sono quelli di Galeazzo Bignami, della sfidante di Merola alle ultime amministrative Lucia Borgonzoni e della senatrice Anna Maria Bernini.

Per quanto riguarda il Movimento5Stelle invece, chiuse le parlamentarie, sono usciti i nomi di tutti i candidati di ogni collegio.

Ultima ma non ultima la lista popolare di Potere al popolo, che rompe nettamente con tutto quanto detto fino a qui, candidando tra le sue fila Giorgio Cremaschi e Mauro Alboresi, più una folta schiera di precari e giovani lavoratori attivi nelle lotte sociali.

Una campagna elettorale che in questi giorni è agli sgoccioli per la presentazione delle proprie liste di candidati e che dalla settimana prossima, entrerà nel vivo della battaglia politica per la guida del nostro Paese.

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