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Cagliari, protesta degli studenti: “Via Roma non si vende”

Ieri 30 settembre il Collettivo Universitario Autonomo si è presentato davanti al comune all’interno del quale si stava svolgendo il Consiglio Comunale.

La nostra richiesta era quella di maggiori chiarimenti e di una ridiscussione dell’ODG del Consiglio Comunale votato il 9 luglio, nel quale il Consiglio ha chiesto al sindaco di interloquire con il presidente Ersu affinché la casa di Via Roma possa ritornare ad essere un albergo. Decisione che rimetterebbe la struttura in mano agli speculatori immobiliari anziché ai veri proprietari, gli studenti. Una decisione inaccettabile, a fronte dell’irrisorio numero di posti alloggio presenti a Cagliari: 725 (126 in meno rispetto a 2 anni fa ) a fronte di ben 17 mila studenti fuori sede.

Una situazione vergognosa, che non verrà certo risolta dalla costruzione del nuovo campus universitario in viale la Playa, che secondo le previsioni dovrebbe essere pronto tra 5 anni, con una spesa di 105 MILIONI e una capienza di 500 posti alloggio.

Alla richiesta di poter parlare con i consiglieri comunali competenti, solo dopo essere stati identificati dall’ immancabile presenza degli agenti Digos, siamo riusciti a parlare con l’ assessore alla Pianificazione strategica e Istituti di partecipazione. Barbara Cadeddu si è resa infatti disponibile a spiegarci il meccanismo delle votazioni all’ interno del Consiglio Comunale e poi interloquendo con alcuni consiglieri comunali ci è stato detto addirittura chele mozioni proposte durante un Consiglio siano roba di ben poco conto, visto che se ne fanno tante e ben poche arrivano a qualcosa di concreto.

Ma non è questo ciò che siamo andati a chiedere. Noi studenti avremo voluto parlare con il vicesindaco Luisa Anna Marras, assessore competente della progettazione ed esecuzione dei lavori e dell’ edilizia pubblica, che era invece impegnata con lo svolgimento del Consiglio Comunale. Ci è stato detto di mandare una mail all’ indirizzo di posta elettronica, ma non è questo il livello di attenzione che si meritano gli studenti ai quali stanno togliendo un diritto sacrosanto.

Questa situazione si va a sommare alle graduatorie definitive dell’Ersu che dimostrano un deficit enorme di fondi destinati al diritto allo studio da parte delle istituzioni; il corpo studentesco si sta organizzando e il mancato confronto con le istituzione potrebbe alimentare la tensione in questa situazione indecente che si protrae per anni.

Esigiamo risposte e trasparenza. Non vogliamo Cagliari capitale della cultura, vogliamo Cagliari città universitaria.

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