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Afghanistan. Raid della Nato, uccisi tredici civili

Sarebbe di 13 civili uccisi il bilancio di un raid aereo della Nato condotto questa mattina sulla provincia di Khost, nella parte orientale dell’Afghanistan. Lo ha annunciato l’inviato della tv araba ‘al-Jazeerà, secondo il quale tra le vittime ci sarebbero anche alcuni bambini. Secondo il database Civcas, negli ultimi due anni in Afghanistan sono morti 2.537 civili e 5.594 sono rimasti feriti. Il 12 per cento delle morti è attribuibile alle forze Isaf e la restante parte ai ribelli. Per gli analisti che hanno avuto a disposizione i database delle altre organizzazioni, però, si tratta di sottostime (tutti i dati sono disponibili qui). Unama ha fornito tre anni di statistiche mensili sulle vittime, incluso un dettagliato calcolo delle morti per attacchi aerei dal gennaio 2009, mentre Arm ha fornito i dettagli degli incidenti che hanno causato vittime nella prima metà del 2010.

Qui si apre la guerra delle cifre. Solo nell’ultimo mese, sostengono queste organizzazioni, in una battaglia nella provincia di Kunar, al confine orientale con il Pakistan, i soldati della Nato hanno ucciso 65 civili, tra cui 50 donne e bambini. Infatti, Unama segnala più vittime del Civcas: negli anni 2009-2010 si parla di 5.191 civili morti, oltre il 70 per cento dei quali caduti per mano di “elementi antigovernativi”, il 20 per cento da forze del governo e il resto indeterminato. Rispetto ai dati Civcas, inoltre, l’Unama attribuisce il triplo delle morti di civili ai militari. Una delle più significative discrepanze, comunque, riguarda i 529 civili che la missione Onu indica come vittime di attacchi aerei nel 2009-2010, contro i 136 elencati dal database Isaf per lo stesso periodo. “I dati grezzi non potranno mai essere identici”, spiega l’ammiraglio Gregory Smith, direttore delle comunicazioni Nato. “Noi non siamo presenti in tutte le 34 province del paese e contiamo solo quello che vediamo”.

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