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Fukushima. Sul cesio radioattivo batte Chernobyl

Il suolo in 34 punti di sei comuni della prefettura di Fukushima ha registrato punte di cesio 137 maggiori degli standard seguiti per le evacuazioni forzate dopo la crisi di Cernobyl del 1986. Secondo la mappa aggiornata sulla radioattività presentata in un recente incontro al ministero della Scienza, scrive lo Yomiuri Shimbun, nei sei centri (Okumamachi, Futabamachi, Namiemachi, Tomiokamachi, Iitatemura e Minami-Soma) sono stati rilevati più di 1,48 milioni becquerel per metro quadrato di cesio 137, la soglia di riferimento seguita per affrontare l’emergenza seguita all’incidente in Ucraina.

I 34 punti, secondo le informazioni del quotidiano, sono nell’area ‘off limits’ del raggio di 20 km dall’impianto di Fukushima, più le altre esterne per le quali è stata decisa l’evacuazione per l’alta contaminazione. Gli ultimi dati rafforzano la portata dei commenti espressi sabato dal premier uscente Naoto Kan che, nella sua visita alla prefettura di Fukushima, aveva detto che «c’è la possibilità possibilità che i residenti di alcune aree possano non tornare a casa per molto tempo». Il ministero del Scienza ha verificato la contaminazione del suolo in circa 2.200 punti intorno all’impianto nucleare, avendo trovato lo scorso 14 giugno il picco di concentrazione di cesio 137 a Okumamachi, città a ridosso della struttura, con livelli di circa 15.450.000 becquerel per metro quadrato. Sommando il cesio 134, il totale dei due isotopi ha raggiunto circa 29,46 milioni becquerel. Oltre 3 milioni di becquerel di cesio 137, invece, sono stati trovati in 16 luoghi diversi a Okumamachi, Futabamachi, Namiemachi e Tomiokamachi. Le rilevazioni, fatte per accertare i potenziali rischi alle popolazioni locali, hanno confermato la diffusione irregolare e verso nordovest delle radiazioni sprigionate dalla centrale di Fukushima, colpita duramente dal sisma/tsunami dell’11 marzo scorso.

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