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Messico. Due giornaliste uccise

Nei paesi “liberi”, quelli che obbediscono all’imperialismo qualsiasi ordine dia, regna la piena libertà di stampa. Vero? In un certo grado e non dappertutto, però. Guai a chi si occupa di fare inchiesta, di cercare di capire quel che vermina sotto la facciata sempre perbene del potere.

L’esempio del Messico, cortile di casa Usa, praticamente unico paese aderente all’Alca, vero feudo e terminale delle delocalizzazioni Usa.

La lista dei giornalisti uccisi in Messico continua ad allungarsi: i corpi di due croniste, Marcela Yarce e Rocio Gonzalez Trapaga, sono stati ritrovati qualche ora fa nel parco Iztapalapa, in un quartiere di Città del Messico. Lo hanno reso noto gli investigatori della capitale messicana, precisando che le due donne, amiche ormai da molti anni, si erano incontrate ieri per prendere un caffè. Poi non sono più state viste. Entrambe sono morte per asfissia e sono state trovate completamente nude. La Yarce è stata fondatrice e direttore delle relazioni pubbliche del settimanale Contralinea, noto per le inchieste realizzate negli ultimi anni, riguardanti in particolare tematiche vincolate alla corruzione. La Trapaga lavorava invece in modo autonomo, dopo essere stata per anni una delle reporter dell’emittente Televisa. Quest’ultima gestiva un ufficio cambi presso l’aeroporto di Città del Messico e ieri aveva prelevato una forte somma di denaro. Proprio per questa ragione, gli investigatori ritengono che le due donne siano state uccise dopo essere state derubate, anche se al momento non si escludono anche altre piste. La morte delle due donne è stata confermata da Contralinea: «Con profonda tristezza, ma anche con indignazione, chiediamo alle autorità di indagare e chiarire quanto prima l’uccisione delle due colleghe. Vogliamo giustizia», ha precisato il settimanale in un comunicato. Secondo la Fondazione messicana per la libertà d’espressione, dal 2000 a oggi sono 83 i cronisti uccisi nel Paese. La scorsa settimana è stato trovato morto in una città dello Stato di Sinaloa Humberto Salazar, direttore di un quotidiano on-line per il quale seguiva soprattutto la politica

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