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I Paesi Non Allineati dicono si al riconoscimento della Palestina all’Onu.

Il Movimento dei Paesi non allineati, che ha concluso a Belgrado una riunione di due giorni per celebrare i 50 anni trascorsi dal primo summit tenuto dall’organizzazione nella capitale serba, ha ribadito il suo appoggio incondizionato al riconoscimento internazionale dello Stato palestinese e alla sua ammissione all’Onu. «Noi proseguiremo, nel corso della 66/a sessione dell’Assemblea generale dell’Onu, ad appoggiare i tentativi dei palestinesi per il riconoscimento del loro Stato con Gerusalemme capitale e sulla base delle frontiere del 4 giugno 1967» antecedenti la guerra dei Sei Giorni, e a «chiedere la sua ammissione all’Onu», ha detto il ministro degli Esteri egiziano, Mohamed Kamel Amr. Amr ha presieduto i lavori del summit di Belgrado dal momento che l’Egitto ha la presidenza di turno del Movimento. Il ministro non ha tuttavia precisato se tutti i paesi membri del Movimento voteranno all’Onu per la risoluzione sull’indipendenza palestinese. Amr, nella conferenza stampa finale del summit tenuta insieme al ministro degli Esteri serbo Vuk Jeremic, ha sottolineato il grande contributo che il Movimento dei non allineati ha dato negli ultimi 50 anni al processo di decolonizzazione e di piena emancipazione nazionale di tanti paesi di Africa, Asia e America, alla lotta contro tutte le forme di discriminazione e al terrorismo internazionale. Il primo summit dei non allineati si tenne a Belgrado dall’1 al 6 settembre 1961 sotto la presidenza dell’allora leader jugoslavo Josip Broz Tito. Allora i paesi che ne facevano parte erano 25, oggi sono 120. La Serbia ha lo status di osservatore, al pari delle altre repubbliche ex jugoslave di Croazia, Bosnia e Montenegro.

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