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Afghanistan. Isaf ammette l’uccisione di un giornalista

Una inchiesta condotta dalla Forza internazionale di assistenza alla sicurezza (Isaf, sotto comando Nato) ha stabilito senza ombra di dubbio che il giornalista Ahmad Omaid Khpalwak, corrispondente del servizio in pashto della Bbc morto il 28 luglio durante un attacco dei talebani nella provincia centrale afghana di Uruzgan, è stato ucciso in un caso di «errore di identità» da un soldato americano. L’ammissione è stata fatta a Kabul dal comando dell’Isaf che ha presentato oggi alla stampa i risultati del lavoro di una commissione voluta dal generale John Allen sull’attacco di sei kamikaze a Tirinkot alla sede del governo provinciale e ad altri edifici pubblici che ha causato la morte di 19 persone fra cui Khpalwak che era nella redazione della radio-tv statale RTA. Nel corso della sparatoria, durata molte ore, sono rimaste ferite altre 37 persone, fra cui molte donne e bambini. Conosciuto il risultato dell’inchiesta, la Bbc ha preso atto dei chiarimenti forniti dall’Isaf ammettendo che questi mettono fine ad un periodo di incertezza, sottolineando però che si ripropone di studiare i dettagli dell’intero rapporto una volta ricevuto nella sua versione completa. La lettura del documento è stata seguita con attenzione anche da Danish Karokhel, direttore dell’agenzia di stampa Pajhwok, altro organo di stampa per cui la vittima lavorava come corrispondente da Tirinkot. In esso si spiega che nella concitazione dello scontro, un soldato ha osservato «la presenza, nella sede della radio televisione statale e in una stanza vicina a quella dove un kamikaze si era fatto saltare in aria, di un uomo con la barba che aveva un oggetto chiuso in un pugno mentre cercava di raggiungere qualcosa sul suo corpo con l’altra mano». Il soldato ha ritenuto che potesse trattarsi di un altro kamikaze e ha sparato, uccidendo Khpalwak. «Una volta sul posto -si dice ancora – si è potuto appurare che la persona non era armata e che vicino a lui non c’erano armi. È inoltre emerso che tutti i colpi che si credeva fossero stati sparati dalla sua postazione, provenivano invece da soldati americani». Dopo aver sostenuto che comunque «il soldato implicato ha rispettato il regolamento previsto per i conflitti e si è comportato secondo raziocinio», l’Isaf ha presentato le formali condoglianze alla famiglia della vittima.

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