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Tre banche francesi sull’orlo del declassamento

Possibile downgrading in vista per Bnp Paribas, Societe Generale e Credit Agricole a causa della loro esposizione verso la Grecia. È quanto riporta l’agenzia di stampa Bloomberg citando 2 fonti vicine al dossier. L’agenzia di rating americana Moody’s ha messo i tre colossi del credito transalpini sotto osservazione nel giugno scorso per esaminare «il potenziale di inconsistenza fra l’impatto di un possibile default o ristrutturazione del debito greco e gli attuali livelli di rating». Il taglio del rating ai tre istituti è probabilmente vicino a conclusione del periodo di osservazione, hanno spiegato le fonti confidenziali.

I ministri delle Finanze del G7 hanno deciso, il 9 settembre scorso, di sostenere le banche e la lenta crescita economica visto che la crisi del debito in Europa ha reso turbolenti i mercati finanziari minacciando una recessione globale. I rinnovati timori che la politica europea stia fallendo nel prevenire un default greco e contenere i guai del loro debito induce gli investitori a vendere azioni e spingere l’euro verso il basso rispetto al dollaro. «Prenderemo tutti i provvedimenti necessari per assicurare la possibilità di recupero dei sistemi bancari e dei mercati finanziari» hanno detto i ministri delle Finanze e i governatori delle banche del G7 a Marsiglia.

Attualmente i rating assegnati da Moody’s sono Aa2 per Bnp Paribas e Societe Generale e Aa1 per Credit Agricole e Aa2.I portavoce di Credit Agricole, Bnp Paribas e Societè generale non hanno voluto rilasciare commenti.

È record per i credit-default swaps sul debito senior delle maggiori banche francesi: i cds su SocGen sono aumentati di 26 punti base a 416 punti – in base ai dati Cma riportati dall’agenzia Bloomberg – il contratto su Bnp Paribas è in rialzo di 24 punti base a 299 punti e quello su Credit Agricole di 25 punti base a 315 punti.

Ammonta a circa 900 milioni di euro l’esposizione di Societe Generale verso il debito della Grecia. Lo ha comunicato la banca francese in una nota precisando anche che la quota di bond irlandesi e portoghesi detenuta dall’istituto «non è rilevante».

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