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Scandali tardivi: Blair incontrava Gheddafi in segreto

L’ex premier britannico Tony Blair è finito nuovamente sotto le luci della ribalta. A tenere banco, ancora una volta, sono i suoi rapporti con i potenti del mondo. Troppo intimi, dicono i suoi critici. L’ultima seccatura viene dalla Libia e da quel cumulo di documenti riservati lasciati incustoditi nei palazzi del potere dopo il crollo di Gheddafi. Ecco, proprio il rais è il problema. Per due volte – nel giugno del 2008 e nell’aprile del 2009 – Blair volò in Libia per incontrarlo. A spese del colonnello, per giunta. Incontri che non figurano nell’agenda ‘pubblicà dell’ex premier.

A rivelarlo è il Sunday Telegraph, il domenicale britannico di area conservatrice, che è riuscito a entrare in possesso di lettere ed e-mail scambiate tra l’ufficio di Blair, l’ambasciatore britannico in Libia e l’ambasciatore libico a Londra. L’argomento è scivoloso perchè l’ex leader laburista lasciò Downing Street nel giugno del 2007 e da allora, fatto salvo il suo ruolo di inviato di pace in Medio Oriente per conto del Quartetto, è un privato cittadino. Eppure il Telegraph si domanda se questi incontri clandestini – non ce n’è traccia sui vari siti che fanno capo a Tony Blair – non rappresentino un «conflitto d’interessi». Le molte vite dell’ex premier, filantropo, diplomatico d’alto bordo e consulente pagato a peso d’oro da diverse aziende, inizierebbero insomma ad essere troppe. A destare sospetto sono poi i tempi delle visite. Specie la seconda. Che coincide proprio nel periodo in cui Tripoli minacciava Londra di tagliare tutti i ponti economici se Abdelbaset al-Megrahi, il terrorista libico condannato per la strage di Lockerbie, non fosse stato rilasciato dalla prigione scozzese in cui era detenuto. Cosa che poi avvenne nell’agosto del 2009 sulla base di «ragioni umanitarie» –

Megrahi è malato di cancro. «Questi meeting tra Gheddafi e Blair sono davvero inquietanti», ha commentato Pam Dix, sorella di una delle vittime del volo PanAm 103 esploso nei cieli della cittadina scozzese il 21 dicembre del 1988, «e i dettagli di queste discussioni dovrebbero essere resi pubblici. Sono sbalordita che Blair abbia continuato ad aver incontri di questo tipo anche dopo aver lasciato Downing Street». Ad ‘aggravare’ la posizione dell’ex premier vi è poi il fatto di aver accettato, in entrambe le occasioni, un passaggio da e per la Libia su un jet privato in uso al governo libico e di aver portato con sè in un’occasione perfino un miliardario americano, Tim Collins, al quale – secondo fonti citate dal Telegraph – Gheddafi chiese una mano per costruire dei resort sulla costa.

Lapidario il commento di Oliver Miles, ex ambasciatore britannico in Libia: «Blair sta chiaramente usando i contatti acquisiti al tempo di Downing Street per far avanzare i suoi interessi d’affari». Accusa che lo staff di Blair ha respinto con forza. Stando al portavoce, infatti, gli incontri con Gheddafi hanno sempre e solo avuto come argomento l’Africa o il Medio Oriente e che Collins era presente solo in quanto fiduciario della fondazione di Blair impegnata a incoraggiare i rapporti interreligiosi.

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