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Francia. Sarà Hollande lo sfidante socialista di Sarkozy

L’immagine della serata conclusiva delle primarie è quell’abbraccio finito in un bacio fra l’ex comprimario diventato protagonista e la socialista tutta d’un pezzo che stavolta non ce l’ha fatta. Francois Hollande sarà l’avversario di Nicolas Sarkozy nella corsa all’Eliseo 2012: «stasera ho ricevuto il mandato di far vincere la sinistra», ha detto ai militanti in festa.

È stata una battaglia senza esclusione di colpi quella fra i due aspiranti candidati in queste primarie che per la prima volta hanno coinvolto in Francia tutti i simpatizzanti della sinistra. Sessantuno anni, Martine Aubry – che da stasera torna a fare il segretario del partito – ha provato ad arrivare laddove il celebre padre, Jacques Delors, rifiutò di avventurarsi, la corsa alla presidenza. Ha perso e in modo piuttosto netto, 57% per Hollande, 43% per lei. Ha gareggiato dopo aver quasi rinunciato in favore dell’ex alleato Dominique Strauss-Kahn, poi è tornata in gioco dopo l’uscita di scena dell’uomo che tutti i sondaggi davano vincente anche per l’Eliseo.

Francois Hollande ha sopportato di tutto, a cominciare dall’accusa di «inazione» da parte della sua ex compagna Segolene Royal, che dopo avergli detto di tutto gli ha poi regalato, dopo il catastrofico primo turno, il suo misero 7% di preferenze. La Aubry lo ha ridicolizzato affibbiandogli l’appellativo di leader della «gauche molle», che rischia di rimanergli appiccicato addosso anche nella sfida con Sarkozy. E di «candidato del sistema», forse la definizione che più l’ha fatto imbestialire. Stasera il popolo della gauche ha dato ragione all’uomo apparentemente mite che ha saputo tirare fuori gli artigli al momento giusto. Non quelli dell’aggressività o della tracotanza – «veniamo da anni di sarkozysmo durissimo, perchè dovrei fare il duro anch’io?», ha detto nell’ultimo faccia a faccia in tv con la Aubry – ma quelli della decisione e dei contenuti. È anche la serata del trionfo dell’iniziativa del Partito socialista di eleggere il proprio candidato con le primarie all’italiana, una scelta che si è rivelata vincente a 360 gradi anche se molto rischiosa.

Da un mese non si parla d’altro in Francia se non di progetti socialisti e di candidati della gauche, la destra è sparita di scena se si eccettuano alcuni commenti velenosi e il proposito di riequilibrare la settimana prossima i tempi di presenza televisiva. Il futuro della Francia sembra oggi oscillare fra i propositi più radicali di Aubry e Arnaud Montebourg – banche e finanza sotto controllo, fine del nucleare, protezionismo antimondializzazione – e il riformismo moderato e ragionevole di Francois Hollande, che ha ripetuto nel primo discorso di stasera di avere come primo obiettivo la riunificazione della gauche. È stato questo il suo asso nella manica, l’aver saputo attirare l’appoggio degli altri quattro candidati sconfitti al primo turno mentre la Aubry è rimasta da sola con i suoi voti. C’era anche un rischio enorme, che non è ancora scongiurato per la sinistra: il pericolo di ripercorrere gli errori del 2007, quando Segolene Royal fu lasciata sola nella sua battaglia contro Sarkozy, isolata e osteggiata dall’establishment del partito che la snobbava.

Un Ps spaccato in due e trasudante livore sarebbe stato un clamoroso autogol sulla strada della campagna elettorale. Il distacco netto a favore di Hollande e i propositi della Aubry di mettere, a partire da domani, il partito al servizio del candidato all’Eliseo parlano a favore di una gauche che arriva all’appuntamento nella forma migliore. Grazie a Segolene, grazie a Martine, grazie agli elettori, grazie ai francesi: per il mite Hollande è la serata dei ringraziamenti e dei propositi. Domani sarà già tempo di preparare la campagna contro il nemico vero, quel Sarkozy che non è ancora sceso in campo ma che sta affilando le armi. «Sarò il candidato del rispetto», ha annunciato lo sfidante socialista fra gli applausi dei socialisti e le grida di «on va gagner», «vinceremo».

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