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Il Venezuela fa rientrare il proprio oro

Il Venezuela si prepara a rimpatriare le sue riserve d’oro, 211 tonnellate per 16 mila lingotti ed un valore di 11 miliardi di dollari, depositati in Gran Bretagna, Svizzera, Francia, Stati Uniti e Canada, che entro la fine di novembre dovranno tornare nelle casseforti della Banca Centrale del Venezuela, nel cuore di Caracas.

Il costo totale del rimpatrio, il più imponente della storia recente – secondo indiscrezioni – non dovrebbe superare i nove milioni di dollari, trasporto e scorte incluse. E l’operazione, che offre spunti cinematografici, richiama alla mente un altro storico trasferimento, quello dalla Banca centrale di Spagna a Mosca, durante la Guerra Civile, per il quale vennero utilizzate quattro navi. Era il 26 ottobre del 1936 quando 510 tonnellate d’oro salparono dal porto di Cartagena alla volta di Odessa, dove giunsero il 2 novembre.

Nei prossimi giorni – spiegano all’Ansa fonti governative che preferiscono mantenere l’anonimato – saranno ultimati i passaggi con la Banca d’Inghilterra, dove si trova depositato l’80% dei lingotti, per poi avviare l’operazione di trasporto. Il tesoretto viaggerà in aereo, secondo protocolli che prevedono rigorose misure di sicurezza, con atterraggio previsto all’aeroporto internazionale di Maiquetia, a 35 minuti dalla capitale, e successivamente con mezzi blindati fino alla sede della Banca centrale.

«La logistica è stata studiata nel dettaglio – assicurano dal governo – ma per motivi di sicurezza, non è possibile rendere note le date in cui saranno effettuati i trasporti. Quello che è certo è che prima della fine del mese l’oro dovrà essere in Venezuela». Nell’agosto scorso il presidente Hugo Chavez aveva ordinato il rimpatrio dei 16mila lingotti come parte di una politica di nazionalizzazione della ricchezza. Il capo di stato aveva giustificato la misura come «un’azione di sovranità» di fronte alla crisi economica e finanziaria che ha colpito Europa e Stati Uniti. «Nessun Paese è esente dagli impatti di uno tsunami economico», aveva detto Chavez, che aveva anche promulgato la legge che riserva allo Stato l’attività di esplorazione e sfruttamento dell’oro e di tutte le attività connesse.

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1 Commento


  • MrBean

    Il paragone con l’oro spagnolo all’URSS di Stalin in cambio di aiuti alla Repubblica spagnola mi pare un po’ forzato: contesti e ragioni ben diversi, ma credo che a fronte di una catastrofe economica tale quale quella odierna, Chavez faccia bene a far tornare “il tesoro” a casa.

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