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Israele impedisce il rimpatrio degli attivisti della Flotilla

Le autorità israeliane hanno impedito all’ultimo minuto il rimpatrio di 7 attivisti irlandesi – che navigavano sulla mini-flottiglia filo-palestinese intercettata venerdì scorso dalla marina israeliana a 48 miglia da Gaza – il cui ritorno a Dublino era stato previsto nel pomeriggio.

È quanto denuncia il coordinamento della nave irlandese ‘Saoirse’ che, assieme al battello canadese ‘Tahrir’, aveva formato la mini-flottiglia diretta alla Striscia. Il rimpatrio di 7 dei 14 attivisti irlandesi tenuti in custodia nel carcere di Givon era previsto per questa mattina. Ma, una volta giunti all’aeroporto di Ben Gurion, «guardie armate israeliane hanno impedito ai delegati l’imbarco sul volo delle 7.40 per Londra», ha spiegato la portavoce della ‘Saoirse’ Claudia Saba. «Ora i sette sono detenuti, per un tempo non specificato e senza ulteriori informazioni disponibili dalle autorità israeliane», ha aggiunto Saba.

In una «breve» telefonata tra il coordinamento e Fintan Lane, uno degli attivisti a bordo, quest’ultimo ha denunciato che «tutto questo è un deliberato e calcolato tentativo di Israele di incrinare il nostro spirito». Lane ha anche riferito di «continue vessazioni e ripetute e umilianti perquisizioni» subite dagli attivisti. Il rimpatrio degli altri sette – tra cui figura l’eurodeputato Paul Murphy per il cui rilascio ieri si era appellato anche il presidente del Parlamento Ue Buzek – era invece previsto per domani. Mentre, secondo quanto riferito dal coordinamento della Tahrir, i «9 attivisti canadesi» ancora trattenuti in Israele sono stati rilasciati ieri.

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