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Nicaragua: USA e destre contestano risultati elettorali. Scontri tra sandinisti e oppositori: 4 morti

Da parecchi anni ormai il leader sandinista Daniel Ortega ha moderato assai le sue posizioni politiche e soprattutto in campo economico, ottenendo il consenso ed il sostegno attivo di parte dell’imprenditoria locale. Ma contro i sandinisti – colpevoli agli occhi delle destre continentali e degli Stati Uniti di aver portato il paese all’interno dell’Alba allontanandolo così dall’area di influenza statunitense – continua ad essere attivo lo stesso meccanismo di criminalizzazione e di boicottaggio all’opera per decenni. Oggi l’amministrazione Obama ha comunicato che ritiene “non trasparenti” le elezioni presidenziali e legislative che domenica scorsa hanno rinnovato la fiducia proprio a Ortega e ai sandinisti. L’ex guerrigliero e presidente uscente è stato rieletto per la terza volta con quasi il 63% dei voti e il Fronte sandinista di liberazione nazionale ha ottenuto circa 60 dei 90 seggi del parlamento di Managua.

Un portavoce del Dipartimento di Stato, Mark Toner, in un comunicato ufficiale accusa apertamente i sandinisti di irregolarità nello scrutinio dei voti. “Osservatori internazionali e locali hanno testimoniato pubblicamente di un processo elettorale pregiudicato da irregolarità” afferma Toner nella sua nota. I candidati più importanti dell’opposizione si sono rifiutati di riconoscere i risultati”. Una dichiarazione, quella di Washington, che fa seguito ad una dura presa di posizione da parte delle destre nicaraguensi. Ieri il ‘Partido Liberal Independiente’ (Pli) di Fabio Gadea, candidato uscito sconfitto dalle urne, ha addirittura chiesto di ripetere il voto in Nicaragua per “sanare una serie di anomalie” che sarebbero emerse durante le operazioni.

Immediata è giunta la replica del Consiglio supremo elettorale: il portavoce, Félix Navarrete, ha minimizzato le denunce del Pli, sostenendo che “non meritano commenti, perché i dati emersi dal conteggio sono chiari”. Già all’indomani dello scrutinio era chiaro che la tensione era alta: scontri cruenti si sono registrati tra militanti sandinisti e attivisti della destra nella regione di San José Cusmapa, 140 km a nord di Managua, conclusi con la morte di tre persone e il ferimento di altre cinque a colpi di arma da fuoco e arma da taglio. Anche a Siuna, nella Regione caraibica autonoma distante 250 km dalla capitale, durante gli scontri è rimasto ucciso un dirigente sandinista.

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