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Dall’estero: Go Monti Go

Oltralpe, c’è un tifo sfrenato perché Mario Monti prenda il potere a palazzo Chigi al più presto. O al più tardi entro lunedì mattina, quando i mercati apriranno e non avranno così più scuse per bastonare l’Italia. Una cosa comprensibile, vista dall’estero che l’Italia berlusconiana ha messo seriamente a rischio con le sue dissennate politiche (o meglio, non politiche). La dice tutta una copertina di Time, perché il caso italiano ha fatto trenare anche l’America. Sotto una foto di un Silvio Berlusconi beffardo, il seguente titolo: «L’uomo dietro l’economia più pericolosa del mondo».

Per Monti subito, si è espresso in modo irrituale il presidente del consiglio europeo, Herman Van Rompuy. «Questo Paese ha bisogno di riforme, non di elezioni», ha detto parlando a Fiesole, all’inaugurazione dell’anno accademico dell’Istituto universitario europeo. Una frase aggiunta a braccio, con cui interviene a piedi pari nella politica italiana, per poi insistere: il via libera del Senato di ieri alla legge di stabilità è un passo importante «nella giusta direzione», perché le misure previste possono riportare l’Italia sulla retta via, ripristinando la credibilità preduta. Ovviamente è «cruciale» che siano applicate, costi quel che costi.
In maniera appena velata ma politicamente più rozza ha parlato il presidente francese Nicolas Sarkozy, che ieri mattina ha avuto un colloquio telefonico con Giorgio Napolitano, chissà se per sincerarsi di persona che Monti ça va sans dire. «Occorre rimettere in carreggiata» la Grecia e l’Italia, ha detto Sarkozy come se fosse il soccorso stradale d’Europa. «Quello di cui c’è bisogno – ha detto il capo dell’Eliseo – è riuscire a rimettere in carreggiata la Grecia, ed è quello che sta succedendo, e i nostri amici italiani, ed è quello che si sta facendo». Aggiungendo che per la Francia e per la Germania, «ci sono due soluzioni. La convergenza e la pace o la divergenza e lo scontro. La convergenza e la pace è l’Europa. Io difenderò questa Europa con tutte le mie forze. Non c’è altra scelta». Parole leggermente anti-tedesche rispetto ai progetti anche smentiti di due zone euro, contro il quale si è schierato più nettamente Van Rompuy: «Sarò chiaro: non “sfronderemo” l’Eurozona in un club più selettivo sarebbe contrario alla lettera e allo spirito del patto politico europeo, incarnato nei trattati». Da Berlino però c’è chi insiste: per il capogruppo al Bundestag del partito liberale Fdp ed ex ministro dell’Economia del governo di Angela Merkel, Rainer Bruederle, non è escluso che l’eurozona in futuro conti su meno membri di quelli attuali. «Abbiamo bisogno di un nuovo patto di stabilità per l’Europa, con criteri severi».
Ha pienamente ragione Romani Prodi: in Europa per affrontare la crisi «la regola la detta di nuovo la Germania, e la Francia, che dovrebbe e potrebbe esercitare un compito di coagulo degli altri paesi europei, non lo esercita». Anzi, per l’ex premier ed ex presidente della Commissione europea, la Francia sta «in un’apparente posizione di forza, ma che si trasforma in una costante posizione di debolezza: la Francia in tutto quest’anno ha avuto un atteggiamento difficile da capire».
Aspettando Monti con una certa fregola, a Bruxelles tirano dritto. «In questo momento è di fondamentale importanza che le autorità italiane approvino il pacchetto di misure nel week-end, per mandare un segnale ai partner internazionali e ai mercati», ha detto un portavoce della Commissione Ue. Il quale ha poi lamentato che la Ue non abbia ancora ricevuto dall’Italia le risposte al questionario inviato al nostro governo, che attendeva entro la settimana. Come dire, Monti pensaci tu.

da “il manifesto”

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