Gli indignati di ‘Occupy Los Angeles’ hanno mantenuto la parola e hanno resistito all’ordine delle autorità di abbandonare il campo base di fronte al City Hall. Una volta scaduto l’ultimatum la polizia della città californiana in assetto anti-sommossa è entrata nell’accampamento obbligando gli attivisti a retrocedere.
Secondo quanto riportato dai media americani, gli agenti hanno già arrestato diverse persone. Circa un migliaio di manifestanti si erano barricati nel parco sfidando l’ordine del sindaco Antonio Villaraigosa di smontare le tende e abbandonare la zona entro la mezzanotte di ieri sera, mentre altri hanno bloccato le strade intorno al Municipio. Gli agenti della polizia non sono ancora riusciti ad allontanare tutti i manifestanti, nonostante durante la notte abbiano annunciato che a partire dalle cinque del mattino chiunque si opponesse all’ordine di andarsene sarebbe stato arrestato.
«Non mi faccio illusioni, sapevo bene che alcuni di loro avrebbero opposto resistenza», ha detto Charlie Beck, uno dei capi della polizia di Los Angeles. «Non ce ne andremo», rispondono gli indignati. «E se questo significa finire dietro le sbarre, così sia», ha detto un altro manifestante. Il sindaco Villaraigosa – un vero campione di ipocrisi istituzionale – aveva auspicato uno spirito di cooperazione tra le autorità e gli attivisti, e nei giorni scorsi, nonostante l’ultimatum, aveva mostrato un atteggiamento di apertura verso il movimento, definendosi orgoglioso del carattere «pacifico» della protesta di L.A. Villaraigosa aveva comunque ribadito la necessità di sgomberare il parco per ragioni di ordine pubblico.
Ma perché mai una manifestazione riconosciuta come “pacifica” deve essere smobilitata “per ragioni di ordine pubblico”. Inutile chiedere al potere di rispettare la logica…
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