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New York Times. “Agenzie di rating corrotte e incapaci”

Le agenzie di rating hanno mal interpretato le difficoltà della Grecia. «Moody’s avrebbe dovuto essere più dura molto prima». Lo afferma il New York Times, sottolineando che «il rapido deterioramento» della situazione in Grecia evidenzia come le agenzie di rating, che hanno dato ad Atene un grado di «investimento per tutto lo scorso decennio, hanno mancato o male interpretato i segnali di difficoltà». «E ora sotto accusa da parte delle autorità europee per i recenti downgrade di Italia e Spagna, che potrebbero aver peggiorato una già difficile situazione – prosegue il giornale -. I passi falsi sulla Grecia sono solo l’ultimo capitolo per un’industria, quella delle agenzie di rating, criticata per il potenziale conflitto di interesse» e gli ‘errorì precedenti, quali Enron, che ha mantenuto il grado di investimento fino al giorno prima della bancarotta. Secondo Spyros Papanicolau, ex direttore generale dell’agenzia per la gestione del debito pubblico greco fra il febbraio 2005 e il febbraio 2010, Moody’s è stata pagata 330.000-540.000 dollari l’anno da Atene per ottenere un rating. Le altre agenzie venivano pagate lo stesso ammontare. Nel 2007, con la crisi subprime, le commissioni sono iniziate a calare e Moody’s ha iniziato a tagliare i costi, a spese – secondo alcuni – degli incaricati di esaminare un paese e dare il rating. Nel 2008 Moody’s ha introdotto una nuova metodologia per valutare i paesi. «La chiamavano metodologia, ma era una lista della spesa» secondo Sara Bertin, ex Moody’s.

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