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Kazakistan: regime reprime nel sangue protesta operaia

Sono diverse decine gli operai petroliferi e i loro sostenitori uccisi dalla polizia negli scontri dilagati a partire da venerdì scorso, ventesimo anniversario dell’indipendenza del Kazakistan, nella località di Zhanaozen, vicino al Mar Caspio, e centinaia i dispersi. La zona è presidiata dai militari e il Presidente, Nursultan Nazarbayev, sabato ha imposto lo stato di emergenza e il coprifuoco per tre settimane. Il sito web socialistworld.net, citando il sindacato indipendente «Aktau», denuncia la morte di oltre 100 persone e di come siano diverse centinaia le persone scomparse, oltre alle torture a cui vengono sottoposti i numerosi arrestati. La protesta si è costituita intorno ai lavoratori della compagnia di stato Kazmunaygase, che da tempo protestano per i bassi salari e le condizioni in cui sono costretti a lavorare, era degenerata durante una manifestazione pacifica in seguito all’intervento di una camionetta della Polizia, che ha ferito diverse persone. 

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