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Kodak in bancarotta. La fine visibile di un’epoca

Si parla sempre troppo e spesso a sproposito di “cambiamenti” e tutti ricordiamo come un incubo la stupidità diffusa i tempi del “nuovismo” veltroniano. Però i cambiamenti avvengono, seguono percorsi elaborati e complessi, e alla fine precipitano in eventi che svelano altri e diversi rapporti materiali nel mondo, altri modi di vita.

E’ il caso del fallimento di Kodak, multinazionale dominante il mondo della fotografia per oltre mezzo secolo, con un quasi monopolio sui supporti (carta, pellicola, kit di sviluppo, ecc). La rivoluzione digitale le ha tolto progressivamente ossigeno, la sua struttura “global” non ha retto e non poteva reggere una volta che il suo business possibile si andava riducendo alla sola carta per stampa professionale. nepure il tentativo di entrare nel mercato delle “compatte” digitali ha cambiato le cose. Troppo tardi, troppo piccola la fetta di mercato conquistata.

Eastman Kodak getta la spugna e richiede la bancarotta assistita. L’icona della fotografia soccombe alle nuove tecnologie, alla mancanza di liquidità e all’incapacità di vendere i propri brevetti. La società durante il Chapter 11 (amministrazione controllata) continuerà a operare grazie al finanziamento da 950 milioni di dollari che si è assicurata da Citigroup.

«La riorganizzazione punta a rafforzare la liquidità, a monetizzare la proprietà intellettuale non strategica e a far concentrare la società sulle attività di maggior valore», afferma Eastman Kodak in una nota. La richiesta per il Chapter 11 è stata presentata a un tribunale di Manhattan: nella documentazione Eastman Kodak dichiara asset per 5,1 miliardi di dollari e 6,75 miliardi di dollari di debito. Dominic Di Napoli è stato scelta alla guida del processo di ristrutturazione.

Il Chapter 11 rappresenta un duro colpo per l’amministratore delegato Antonio Perez: durante la sua gestione Kodak ha bruciato 7 miliardi di dollari di valore di mercato. Eastman Kodak si augura di emergere dalla bancarotta il prossimo anno dopo aver tagliato i costi e venduto parte del portafoglio brevetti. Da quando Perez ha assunto le redini di Eastman Kodak nel 2005, la società ha accusato perdite ogni anno. Fondata 131 anni fa e con 19.000 dipendenti, la Kodak ha messo in guardia sullo stato precario dei propri conti a novembre, avvertendo che se non fosse riuscita a vendere i propri brevetti o a raccogliere nuovi capitali avrebbe esaurito la liquidità a sua disposizione.

Colosso della fotografia fino a pochi anni fa, Kodak ha sperimentato una forte crisi mentre tentava di orientare nuovamente la propria attività. I problemi si sono intensificati nel 2001. Lo scorso autunno Kodak ha assunto alcuni consulenti per ristrutturarsi e ha terminato una linea di credito da 160 milioni di dollari, alimentando i timori sulla sua sopravvivenza. Kodak ha tentato per mesi di risanare i propri conti con la vendita dei brevetti, un processo rallentato dai timori dei potenziali acquirenti sulla eventuale richiesta di bancarotta da parte della società.

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