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Libia. Cnt in mille pezzi

Non sarà colpa di Monti, ma certo è una concidenza curiosa che la visita del premier “piovuto dal cielo” (sull’Italia) coincida con lo spappolamento degli equilibri politici interni al paese.

Nel fragile equilibrio della Libia post Gheddafi, il Consiglio nazionale di transizione (Cnt) è sotto pressione, trema e perde i pezzi. Oggi il vicepresidente del Cnt, Abdel Hafiz Ghoga, ha annunciato le sue dimissioni «nell’interesse della nazione». Mentre slitta anche l’adozione della nuova legge elettorale, il cui testo dovrà essere riesaminato e, sembra molto probabile, perderà l’articolo che stabiliva una quota del 10% riservata alle donne.

L’annuncio di Ghoga giunge all’indomani di una nuova protesta a Bengasi, città della Cirenaica considerata culla della rivolta che ha portato alla fine del regime di Gheddafi, ma dove cova oggi il malessere verso il Cnt che si ritiene ‘popolato’ da «opportunisti» legati al vecchio regime, a cui si chiede per contro maggiore inclusione per chi la rivoluzione l’ha fatta davvero e si esige maggiore trasparenza anche per quanto riguarda le spese.

Per questo ieri era stata presa d’assalto la sede del Cnt a Bengasi contro cui sono state lanciate diverse granate di fattura artigianale. Questo dopo che circa 1.500 persone, perlopi— ex combattenti ribelli, erano scesi in piazza per ricordare le vittime della rivolta contro Muammar Gheddafi.

La protesta a Bengasi ribolle però da settimane e giovedì scorso aveva riguardato direttamente proprio l’ormai ex vicepresidente del Cnt, Ghoga, fortemente contestato durante una visita all’università di Bengasi e dove un gruppo di studenti gli si era anche scagliato contro, costringendo le forze di sicurezza a ‘strapparè Ghoga alla folla inferocita. A Bengasi oggi si è recato il presidente del Cnt in persona, Mustafa Abdel Jalil che, invitando il sindaco della città a rassegnare le dimissioni dopo i fatti degli ultimi giorni, ha anche lanciato un appello alla pazienza, mettendo in guardia sui pericoli di una ‘degenerazionè delle proteste che blocchi il già delicato processo politico in corso e rischia di «spingere il Paese in un vicolo cieco».

Intanto il Cnt sacrifica il suo vicepresidente: le dimissioni di Ghoga sembrano così il tentativo, e nemmeno troppo celato, di placare gli animi nella speranza di scongiurare scenari peggiori. Lo ha detto lo stesso Ghoga: «Ho scelto di dimettermi nell’interesse della nazione. Le mie dimissioni in questo momento sono necessarie. Non voglio che lo scontro sulla mia persona danneggi il Cnt». E per la nuova legge elettorale si dovrà attendere almeno fino al 28 gennaio, dopo che alcuni articoli verranno riesaminati.

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