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Non pagare il debito (greco) fa bene all’euro. Dice Goldman Sachs

Grecia, Goldman Sachs ottimista: l’accordo stabilizzerà l’euro

Una massiccia cancellazione del debito della Grecia stabilizzerà i Paesi della zona euro rimuovendo la minaccia costituita dal suo “anello debole”. E’ un’analisi cautamente ottimista quella che la Goldman Sachs, mentre l’accordo di Atene con i creditori privati potrebbe essere vicino, lancia sui media: l’accordo, condizione necessaria per lo sblocco del secondo pacchetto europeo d’aiuti al Paese balcanico, rendendo possibile il rimborso di titoli greci per 14,4 miliardi di euro in scadenza il 20 marzo,

contribuirà a riequlibrare lo scenario complessivo della moneta unica.

Con questi due tasselli al loro posto, ha dichiarato Francesco Garzarelli, responsabile per la ricerca macroeconomica della banca d’affari statunitense, in un’intervista al quotidiano greco Vima sarà rimosso un “pericolo sistemico nell’eurozona che viene dal suo anello debole, vale a dire la Grecia”.

Secondo l’economista entro il 2014 gran parte del debito greco sarà trasferito dal settore privato a istituzioni dell’eurozona mentre entrerà in vigore un trattato che imporrà bilanci in equilibrio a tutti i Paesi membri. Aggiungendo che il debito sovrano di Paesi come Grecia, Italia e Spagna, per esempio, diventerebbe debito dell’intera eurozona facendo svanire la precedente minaccia e sottolineanco che “l’eurozona sarà stabilizzata”.

I negoziatori dell’Institute for Internazional Finance (Iif), che rappresenta banche e istituzioni credittrici della Grecia, insieme alla banca francese Bnp Paribas hanno iniziato venerì scorso una ‘maratona’ negoziale col governo di Atene allo scopo di tagliare 100 miliardi di euro dal debito complessivo del Paese, pari a 350 miliardi. Discussioni che sono state aggiornate venerdì scorso con entrambe le parti che si sono mostrate ottimiste sull’esito finale.

Atene vuole la bozza di un accordo pronta entro lunedì, quando i ministri finanziario dell’eurozona si incontreranno a Bruxelles, e un accordo perfezionato entro il 30 gennaio, in tempo per il programmato Consiglio dell’Unione europea.

 

da Il Sole 24 Ore

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