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Madrid: parenti vittime franchismo testimoniano durante processo a Garzon

Numerosi parenti delle vittime del franchismo hanno potuto testimoniare per la prima volta oggi davanti al Tribunale Supremo spagnolo, a Madrid, durante il processo avviato contro il giudice Baltasar Garzon, accusato di abuso di potere per avere aperto una breve inchiesta, archiviata dopo un mese nel 2008, sui ‘desaparecidos’ durante la dittatura fascista, in violazione della legge di amnistia generale varata in Spagna nel 1978.
Decine di migliaia di persone, repubblicani, anarchici, comunisti, socialisti, e loro amici e familiari sono scomparsi durante la guerra civile (1936-39) e poi durante la dittatura, per lo più giustiziati dai miliziani franchisti. I loro cadaveri sono stati seppelliti in migliaia di fosse comuni sparse in tutto il paese, alcune delle quali hanno iniziato ad essere riaperte negli ultimi anni grazie alla legge sulla Memoria Storica approvata dal parlamento di Madrid lo scorso anno. Il giudice Garzon è accusato di abuso di potere e rischia una sospensione di 20 anni dalla magistratura per avere aperto una indagine sugli scomparsi, chiusa però dopo solo un mese con la ‘constatazione’ della morte del dittatore, avvenuta nel 1975. Davanti al Tribunale Supremo ha testimoniato oggi Maria Martin Lopez, 81 anni, del comune di Pedro Bernardo, vicino a Toledo. L’anziana signora ha raccontato come i miliziani falangisti avevano arrestato e poi ucciso sua mamma quando lei aveva sei anni il 21 settembre 1936. I franchisti per diversi anni le fecero subire vessazioni «perchè ero figlia di mia mamma». La portavano «in chiesa o in caserma» e la costringevano a bere olio di ricino mischiato con peperoncino rosso «per castigarla». Da anni Maria chiede che venga riaperta la fossa comune nella quale è stato gettato il corpo di sua madre con quelli di altri 31 giustiziati.

Garzon è già stato sottoposto a giudizio due settimane fa per abuso di potere e violazione dei diritti costituzionali per avere ordinato l’intercettazione di conversazioni in carcere fra imputati in una trama di corruzione politica e i loro difensori. La sentenza è attesa a giorni. Lo aspetta inoltre un terzo processo. È accusato infatti di corruzione e di tentata estorsione per avere svolto un ciclo di conferenze negli Usa finanziato da diverse banche, fra cui il Banco Santander, e imprese spagnole e per avere poi archiviato una denuncia contro il presidente della banca Emilio Botin.

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