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Usa. Riprende la costruzione di centrali nucleari

Le autorità federali americane hanno autorizzato ieri la costruzione negli Stati Uniti di due nuovi reattori nucleari per la prima volta dal 1978. Il via libera ai reattori tre e quattro di Vogtle, una centrale situata in Georgia, è giunto nonostante l’opposizione del presidente della Commissione per il nucleare (Nrc), «Non posso approvare questa autorizzazione come se Fukushima non fosse mai accaduto» ha detto Gregory Jaczko, riferendosi al disastroso incidente nella centrale giapponese dopo il terremoto e lo tsunami dello scorso anno.

Il presidente si è trovato di fronte al sì pronunciato dagli altri quattro membri della commissione che non hanno ritenuto necessario legare la concessione dell’autorizzazione a un «impegno irrevocabile» come invece Jackzo chiedeva, di completare alcuni miglioramenti, proprio tenendo conto di quanto avvenuto all’impianto giapponese.

I due futuri reattori sono degli AP1000 di terza generazione ad acqua pressurizzata del gruppo giapponese Toshiba e della sua filiale americana Westinghouse. Avevano ricevuto la certificazione dell’Nrc per il mercato americano a dicembre. Uno dei componenti del comitato che hanno approvato la decisione Kristine Sviniki ha detto che «non c’è nessuna amnesia individuale o collettiva» di Fukushima. Ricordando che il progetto di ingrandimento della centrale di Vogtle rappresenterà un investimento di 14 miliardi di dollari e «4.000-5.000 posti di lavoro nel momento di picco di attività nel cantiere», la Southern Co che lo gestirà ha affermato che il reattore 3 entrerà in servizio nel 2016 e il 4 l’anno successivo.

Lo sviluppo dell’industria nucleare era stato bloccato negli Usa dopo l’incidente del 1979 alla centrale nucleare di Three Mile Island in Pennsylvania, con la parziale fusione del nucleo. Il governo del presidente George W: Bush e quello di Barack Obama hanno preso molte misure per rilanciare l’industria dell’atomo, ma l’attuale maggioranza repubblicana alla camera, tiepida nei confronti del nucleare, e la reazione dell’opinione pubblica dopo l’incidente di Fukushima hanno frenato il rilancio.

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