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Colombia: 3 bombe accolgono Obama, puniti 12 agenti dei servizi USA

Tre esplosioni hanno preso di mira ieri altrettante sedi governative colombiane o di rappresentanza degli Stati Uniti nel giorno in cui il Presidente degli Stati Uniti Barack Obama arrivava a Bogotà in visita ufficiale. Il portavoce della Polizia Nazionale Colombiana, Alberto Cantillo, ha spiegato che le esplosioni a Bogotà sono avvenute vicino alla Procura dello Stato colombiana e all’ambasciata degli Stati Uniti nella capitale, mentre a Cartagena un ordigno è esploso a una certa distanza dagli hotel dove sono alloggiate le delegazioni ufficiali che stanno partecipando al ‘VI vertice delle Americhe’.
Tutte le esplosioni si sono registrate alcune ore dopo l’arrivo di Barack Obama a Cartagena. Le autorità colombiane ci hanno tenuto a segnalare che in nessun caso le esplosioni hanno prodotto particolari danni agli edifici presi di mira e che mai hanno messo in pericolo il vertice e i rappresentanti diplomatici. Ieri intanto il sindaco di Bogotà ha ordinato la chiusura delle tre università pubbliche della capitale per evitare che gli studenti potessero organizzare manifestazioni di protesta contro la presenza del presidente degli Stati Uniti.

Sempre ieri ben dodici agenti dei Servizi segreti arrivati in Colombia nei giorni scorsi per garantire la sicurezza dello staff presidenziale sono stati rispediti in patria in tutta fretta. Ufficialmente per cattiva condotta. Secondo quanto riporta il Washington Post, citando Jon Adler – presidente della Federal Law Enforcement Officers Association – almeno uno dei dodici agenti avrebbe fatto ricorso a delle prostitute locali. Alcuni analisti osservano però che alcuni agenti siano stati puniti in relazione alle esplosioni registrate a Bogotà e Cartagena in contemporanea con la presenza di Obama nel paese latinoamericano.

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