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Netanyahu: “contro l’Iran le sanzioni non bastano”

«Noi sappiamo cosa Teheran sta cercando di fare» e pretende di essere creduto sulla parola. L’unico paese mediorientale che possiede l’arma atomica, ma si rifiuta di ammetterlo e di ospitare sul proprio territorio osservatoti internazionali, punta ancora il dito (in attesa di strumenti più letali) contro l’Ira.

La sanzioni non bastano, questo il succo delle dichiarazioni di Netanyahu nel corso di un’intevista esclusiva alla Cnn e pone le sue condizioni. Ribadisce che le sanzioni fin qui adottate dalla comunità internazionale non sono sufficienti. E il rischio è quello di «una catastrofe». Un invito rivolto alle democrazie ocidentali, e soprattutto all’amministrazione Obama, che vieneconsiderata troppo prudente.

«Le sanzioni stanno mordendo l’economia iraniana, ma non abbastanza», afferma il premier israeliano, sottolineando come le misure prese da Usa ed Ue in particolare «sono lungi dall’aver portato ad un ridimensionamento del programma nucleare iraniano o dall’averlo fermato di un briciolo». «Israele sa cosa l’Iran sta cercando di fare. Per questo bisogna fare ogni sforzo per evitare che accada il peggio, per fermare la corsa del regime di Teheran, deciso più che mai a dotarsi di armi nucleari».

In base a quali informazioni Israele dice questo? Silenzio. Ma assicura che stavolta non si tratta di notizie di intelligence errate, come avvenne per giustificare l’intervento in Iraq contro Saddam Hussein nel 2003. Notizie, guarda caso, in gran parte fornite proprio dal Mossad israeliano. Per scatenare l’attacco esagera come un vecchio trombone: a rischiare non sarebbe solo Israele – relativamente vicina ai confini iraliani – ma addirittura gli stessi Stati Uniti.

Netanyahu pone tre condizioni per non attaccare l’Iran: fermare le attività di arricchimento di uranio, eliminare tutto il materiale arricchito e smantellare i bunker dove si lavora al programma nucleare. «Teheran deve fermarsi», insomma.

E non si sbilancia sulla possibilità che Israele possa decidere unilateralmente di attaccare l’Iran con bombardamenti aerei. Netanyahu si dice solo «preoccupato», ma fa capire ancora una volta che Israele non starà a guardare ed eserciterà il suo diritto a difendersi.

Un passo avanti vero l’attacco, insomma. Per ora solo mediatico.

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