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Spagna. Nonni indignados in azione; cresce la protesta

Anche gli anziani, tra unalombaggine e l’altra, si incazzano.

Una cinquantina di nonni indignati riuniti nel movimento ‘yayoflautas’, la sezione senior degli indignados del movimento 15-M, hanno occupato ieri mattina la sede del dipartimento degli Interni del governo regionale della Catalogna. Protestano contro i tagli dei servizi pubblici e chiedono la liberazione dei tre manifestanti arrestati lo scorso 31 marzo negli incidenti durante lo sciopero generale.

Nelle ultime settimane sono stati protagonisti di diverse azioni di protesta, come l’occupazione di un autobus pubblico per protestare contro gli aumenti delle tariffe. L’occupazione del dipartimento degli interni è terminata dopo che una delegazione dei manifestanti, fra i quali il nonno di uno dei tre detenuti per gli incidenti, è stata ricevuta dal direttore generale dell’assessorato. Da Nord a Sud della Spagna crescono le mobilitazioni contro le drastiche misure adottate dal governo di Mariano Rajoy per la riduzione del deficit pubblico spagnolo al 5,3% per l’anno, imposto da Bruxelles.

L’azione più clamorosa, il boicottaggio realizzato, mercoledì a Madrid, dal movimento spontaneo ‘Toma el metro’, prendi la metro, contro l’annunciato rincaro delle tariffe dei biglietti, secondo le associazioni degli utenti aumentate del 90% dall’agosto scorso. Alle 8,30 del mattino, attivisti hanno tirato simultaneamente il freno d’emergenza di 13 treni, già fermi nelle stazioni, bloccando 9 linee della metro, su cui viaggiavano 10.000 persone. Oggi la polizia ha arrestato due dei presunti responsabili, un uomo di 24 anni di origini equatoriane e una donna di 24, entrambi accusati di disordini pubblici e minacce.

Il boicottaggio è stato rivendicato in una mail anonima dal gruppo ‘Paremos el tarifazo’ – fermiamo la stangata – che ha annunciato che non si fermerà fino a quando non sarà revocato l’aumento. Residenti, ecologisti, consumatori mobilitati attraverso le reti sociali al grido di ‘Yo No pagò, con atti di disobbedienza a Madrid come a Barcellona. Con lo slogan ‘Con la sanità e l’educazione non si scherza’, l’indignazione scenderà nelle piazze delle principali città spagnole domenica 29 aprile, convocata dalla Piattaforma in difesa dello Stato di Benessere, di cui fanno parte 55 organizzazioni sociali, inclusi i principali sindacati Ugt e CcOo.

«La società ha il diritto alla legittima difesa», assicurano i leader sindacali, che per il 1 maggio replicheranno la protesta coi cortei di lavoratori e disoccupati in tutto il Paese. Il 3 maggio, il fulcro della contestazione potrebbe spostarsi a Barcellona, dove è in programma il vertice della Banca Centrale Europea. Il ministero degli interni ha annunciato un giro di vite del codice penale, per punire con almeno 2 anni di carcere chi convoca attraverso Internet proteste che alterino gravemente l’ordine pubblico. E a scopo «dissuasivo e preventivo», la polizia catalana ha aperto una pagina web, con le foto di 230 sospetti di atti di violenza urbana, chiamando i cittadini alla collaborazione per l’identificazione. In questo clima, gli indignados della prima ora scaldano i motori per tornare a occupare, un anno dopo, Plaza del Sol, il km zero della protesta, a partire da domenica 12 maggio e fino alla data simbolica del 15, nonostante il divieto imposto dalla prefettura.

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