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Asia. A Phnom Penh si lotta per l’aumento dei salari di chi lavora per le grandi marche

Da 11 giorni continua la battaglia degli operai di un’azienda tessile cambogiana – che produce capi per celebri marchi internazionali fra cui Levi’s, Gap, Old Navy, Banana Republic e H&M – per ottenere un incremento del salario e migliori condizioni all’interno dei reparti della produzione. Finora la contrattazione non ha dato alcun esito, nonostante l’intervento di esponenti governativi e leader del sindacato. Per p. Mario Ghezzi, missionario del Pime da anni in Cambogia, si tratta di una lotta che “difficilmente” potrà essere vinta e “non cambierà la situazione”: la concorrenza dell’industria manifatturiera cinese “è fortissima”, spiega ad AsiaNews, e i proprietari vogliono mantenere bassi i costi; tuttavia, essa è un “segnale” della “presa di coscienza” dei  lavoratori e dei loro diritti.

Oltre 5mila operai della ditta SL Garment Processing (Cambodia) Ltd. (nella foto), con sede a Singapore e fabbrica alle porte di Phnom Penh, non sono riusciti a raggiungere un accordo con i vertici aziendali, che dovrebbe mettere fine a uno sciopero che dura da tanto. I lavoratori chiedono un aumento salariale, rispetto a uno stipendio fissato a 61 dollari al mese, per sei giorni lavorativi e otto ore giornaliere. La richiesta è di innalzare la base di almeno 5 dollari e aggiungere “un extra” per il trasporto e l’alloggio.

L’industria manifatturiera è la principale fonte di esportazione per la Cambogia e, solo nel 2011, ha prodotto un volume di affari pari a 4,3 miliardi di dollari. Per restare competitivi, contrastare l’egemonia cinese e le produzioni di altri Paesi dell’area, fra cui il Bangladesh, le aziende impongono turni di lavoro massacranti, fino a 16 ore al giorno, e la cancellazione del turno di riposo settimanale. Intanto i vertici della SL Garment Processing (Cambodia) Ltd. accusano i leader dei lavoratori di ostacolare il raggiungimento di un accordo con pretese eccessive; peraltro va sottolineato che i lavoratori hanno abbassato ulteriormente le loro richieste, portando a 10 dollari mensili (rispetto ai 25) il rimborso extra. (fonte: Asia news)

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