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Usa. Gli spioni maldestri inguaiano Obama

Il presidente Barack Obama deve registrare la formale messa in stato d’accusa del suo ministro della giustizia Eric Holder, per oltraggio al Congresso degli Stati Uniti.

La decisione adottata dalla Camera dei Rappresentanti, a maggioranza repubblicana, era già stata approvata in maniera preliminare la settimana scorsa da una commissione parlamentare, anch’essa a maggioranza repubblicana. Prima della votazione di oggi, gran parte dei parlamentari democratici hanno abbandonato l’aula, ma di coloro che sono rimasti, 17 hanno votato assieme ai repubblicani, due dei quali hanno invece votato contro. Il provvedimento è così infine passato con 255 voti a favore e 67 contrari.

La formalizzazione dell’accusa arriva nell’ambito di un duro braccio di ferro che va avanti da oltre un anno in merito ad una serie di documenti richiesti da una commissione parlamentare al Dipartimento della Giustizia. Si tratta di carte relative ad una maldestra operazione contro il narcotraffico nota con il nome ‘Fast and Furious’, che tra il 2009 e il 2011, per smascherare le rotte del narcotraffico tra Messico e Stati Uniti, ha portato a far finire armi americane nelle mani di narcos messicani.

La settimana scorsa, Obama era intervenuto a favore di Holder, accogliendo la richiesta del Dipartimento della Giustizia di far ricorso per la prima volta nella sua presidenza all«executive privilegè, che per motivi di sicurezza nazionale consente alla Casa Bianca di non rivelare al Congresso documenti ‘sensibili’. Ciò nonostante, la commissione prima, e la Camera oggi hanno approvato l’iniziativa contro Holder, contro cui ora potrebbe essere avviato un procedimento giudiziario davanti ad un tribunale federale, che potrebbe andare avanti per anni, anche se per molti si tratta di una possibilità remota.

In una breve dichiarazione, Holder ha definito la votazione »deplorevole« e »grossolana«, frutto di una »davvero assurda teoria della cospirazione«, che rappresenta »il culmine di quella che è diventata una indagine sbagliata, e politicamente motivata, nel corso di un anno in cui si svolgono elezioni« presidenziali.

Anche numerosi esponenti democratici, denunciando la vicenda come una mera operazione elettorale, hanno fatto notare che in un anno e mezzo sono stati forniti 7.600 documenti per l’indagine parlamentare.

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